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Israele: sul viaggio di Biden pesa l’ambiguità saudita e americana nei confronti dell’Iran

La corrispondenza di Massimo Caviglia

11 lug 2022

L’eclissi del partito di destra Yamina dell’ex premier Bennett - che non si ripresenterà alle prossime elezioni - secondo i sondaggi permetterebbe alla coalizione dell’ex premier Netanyahu di ottenere la maggioranza in Parlamento. Ma, a scompaginare quello che ormai sembrava solo un duello fra “Bibi” e Lapid, è giunta la notizia che il ministro della Difesa Gantz e il Ministro della Giustizia Sa’ar hanno unito i rispettivi partiti nella speranza di togliere voti a Netanyahu ma anche a Lapid. Intanto fervono i preparativi per il viaggio del Presidente americano in Israele mercoledì. E’ la prima volta per Biden e sarà il primo Presidente a volare direttamente da Israele all’Arabia Saudita. Ma rimane ambiguo e difficile armonizzare le rinnovate relazioni fra Teheran e Riyad con il piano di normalizzazione tra Israele e il mondo arabo, che prelude a una rete di difesa regionale, la NATO mediorientale, proprio per difendersi dall'Iran e dai suoi alleati. Teheran sta per realizzare l’arma nucleare in violazione degli accordi firmati, e questo preoccupa molti Paesi dell’area. Il consigliere dell’Ayatollah Khamenei, appena il ministro degli Esteri russo Lavrov è giunto a Teheran, ha dichiarato che “la Repubblica Islamica non permetterà che la NATO sia operativa presso i suoi confini”. E il Consiglio Supremo ha avvertito che l’Iran attaccherà l’obiettivo più vicino se verrà minacciata la propria sicurezza. Israele spera che gli Stati Uniti non sottoscrivano con Teheran un nuovo accordo nucleare di breve durata, perché la revoca delle sanzioni scongelerebbe miliardi di dollari con cui verrebbe finanziato il terrorismo. Ma Biden ha bisogno del petrolio iraniano e di quello saudita per ridurre la crisi energetica creata dalla guerra russa contro l’Ucraina. Anche l’Italia ne ha bisogno, e oggi il ministro degli Esteri iraniano ha incontrato il suo omologo Di Maio al quale ha chiesto proprio di sostenere il rilancio dell’accordo nucleare e il ritiro delle sanzioni. Infine una notizia confortante per l’ambiente: 25 aziende italiane sono volate in Israele per studiare le tecnologie idriche con cui riciclare ma anche convogliare l’acqua desalinizzata dal mare nei laghi e nei fiumi per irrigare i campi, contrastare la siccità e forse anche ridurre l’innalzamento dei mari.

Massimo Caviglia






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