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Israele: tra pochi giorni Hamas riprenderà il lancio di missili

7 giu 2021
La corrispondenza di Massimo Caviglia
La corrispondenza di Massimo Caviglia

Una nuova escalation militare fra Hamas e Israele è attesa fra pochi giorni, forse già per giovedì. La stima del movimento islamico per la ricostruzione di Gaza era stata di 320 milioni di dollari, mentre gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa e alcuni Paesi Arabi hanno generosamente offerto 1 miliardo e 400 milioni di dollari, purché vadano però all’Autorità Palestinese di Abu Mazen e non ad Hamas, che li userebbe di nuovo per missili e tunnel. Sarebbe una grave sconfitta politica per il gruppo di Sinwar, che aveva rafforzato la propria leadership nel mondo palestinese con i razzi su Gerusalemme e Tel Aviv. Ma intanto, ancora più urgente per Hamas, è che arrivino i 30 milioni di dollari che il Qatar dona ogni mese in contanti per finanziare i miliziani e le loro operazioni, e che i mediatori vogliono evitare, impedendo all’emissario del Qatar di raggiungere Gaza attraverso i due valichi dell’Egitto e di Israele, da cui passano solo aiuti umanitari.

Così, con il pretesto della “marcia delle bandiere” organizzata per giovedì 10 da alcuni membri del partito “Sionismo religioso” a Gerusalemme, ma prontamente vietata dal ministro della Difesa Gantz e dalla Polizia, da Hamas è giunto immediato l’appello ai musulmani di “salvare” la moschea di Al Aqsa proprio giovedì 10 con un’altra marcia delle bandiere, stavolta palestinesi. Cui si è aggiunto l’ultimatum a Israele (ma stranamente non all’Egitto) di far passare l’emissario del Qatar, o il lancio dei missili riprenderà. Yahia Sinwar, leader di Hamas, annunciando che Dio ha detto di distruggere Tel Aviv, ha affermato che il prossimo combattimento con Israele coinvolgerà anche la Siria, Hezbollah e l’Iran. Ma probabilmente Teheran preferirà non dare a Israele l’opportunità di rispondere, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che si è detta molto preoccupata per le tracce di uranio scoperte in centri non dichiarati dall’Iran. Tutti si chiedono come reagirà il nuovo governo Bennett-Lapid, che sarà votato lunedì prossimo. Teheran e Hamas vogliono metterlo alla prova per valutare se le componenti arabe e di sinistra siano più malleabili di Netanyahu. Ma forse giovedì toccherà per l’ultima volta a “Bibi” rispondere.

Massimo Caviglia





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