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L'Iran minaccia di riaprire il reattore atomico di Arak

La corrispondenza di Massimo Caviglia

29 lug 2019
Massimo Caviglia
Massimo Caviglia

La provocazione di ieri, con cui Teheran ha minacciato l’Europa di riaprire il reattore atomico di Arak se l’Unione Europea non garantirà gli interessi economici iraniani, è una dichiarazione che ha messo in allerta gli Stati che tentavano di mantenere in vita l’accordo sul nucleare. Quello di Arak non è un reattore qualsiasi, perché lì non si lavora l’uranio ma si produce plutonio, l’elemento utilizzato per le armi nucleari, quindi non si tratta di un impianto che serve ad usi civili, ma solo militari. Inoltre quattro giorni fa l'Iran ha testato anche un missile a medio raggio che potrebbe essere una minaccia per le forze americane nell'area. Nel frattempo Israele ha collaudato con successo il sistema antimissile Arrow 3, capace di intercettare i vettori balistici nemici mentre sono ancora fuori dall’atmosfera terrestre. La guerra a bassa intensità fra l’Iran e Israele sta per fare un salto di qualità. Teheran ha posizionato le sue basi missilistiche in Siria e in Iraq, e ha rifornito di razzi sofisticati Hamas ed Hezbollah. I blitz israeliani per impedire ai pasdaran di accerchiarlo hanno portato solo alla distruzione di qualche centinaio di missili, contro i 5.000 presenti a Gaza e i 150.000 in Libano. E non è strano che Teheran preferisca tacere sugli attacchi israeliani contro le sue basi, perché una reazione iraniana rappresenterebbe un’ammissione del fatto che gli ayatollah stiano cercando di stringere Israele in un morsa letale. Ma per lo Stato ebraico la manovra iraniana è ormai una dichiarazione di guerra, e diventa sempre più probabile l’ipotesi di un’azione preventiva di Israele contro una minaccia così grave per la sua esistenza.

Massimo Caviglia


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