“La guerra è finita”. Lo annuncia un trionfante Donald Trump a bordo dell’Air Force One, in volo verso Israele. Tra pochissimo, assieme al presidente egiziano al-Sisi presiederà il vertice per la pace a Sharm el-Sheik. Stamane ha parlato alla Knesset, il parlamento israeliano.
Il tutto durante una giornata che entra già nella storia: Hamas ha rilasciato i 20 ostaggi israeliani ancora in vita, consegnandoli alla Croce Rossa, mentre Israele ha dato il via al rilascio di circa duemila detenuti palestinesi. A Tel Aviv esplode la gioia: cori, bandiere e lacrime di sollievo in Hostages Square, dove migliaia di persone hanno seguito il ritorno dei propri cari. A Ramallah, arrivano gli autobus con i prigionieri palestinesi liberati, anch'essi accolti da una folla festante.
Il presidente Usa, atterrato in Israele e accolto dal premier Netanyahu, definisce l’accordo “la cosa più importante che abbia fatto” e, nel suo discorso alla Knesset, parla di “un’alba storica per un nuovo Medio Oriente”, invitando a non dimenticare mai le atrocità del 7 ottobre 2023. Netanyahu, che ha annullato il viaggio a Sharm per la festività di Simchat Torah, ringrazia gli alleati ma avverte che “la sicurezza di Israele resta la priorità”.
La presidente del Consiglio Meloni, in Egitto assieme ad altri leader europei e non, parla di “giornata storica”, mentre il ministro degli Esteri Tajani vede “una luce di speranza dopo due anni di orrori”.