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Libia: luci e ombre della Conferenza di Berlino

Scettico, sui risultati del summit, il Direttore di Analisi Difesa Gianandrea Gaiani

20 gen 2020
Nel servizio l'intervista a Gianandrea Gaiani, Direttore "Analisi Difesa"
Nel servizio l'intervista a Gianandrea Gaiani, Direttore "Analisi Difesa"

Si è parlato di “un primo passo verso la pace”, a Berlino; con la cancelliera Merkel, e il segretario generale dell'ONU Guterres, ad annunciare soddisfatti, in conferenza stampa, un accordo comune per una soluzione politica della crisi. Non è un dettaglio, tuttavia, il fatto che Haftar e Sarraj abbiano seguito i lavori da due posti diversi. Manca inoltre la loro firma, sul documento approvato dai leader presenti al summit. Previsto nel testo un immediato cessate il fuoco; ma l'analista Gianandrea Gaiani ricorda come la tregua sia già in vigore da giorni, con l'accordo raggiunto a Mosca. Definiti inoltre “aleatori” gli altri due punti nodali del documento: l'embargo sulle armi e lo stop alle ingerenze straniere. A Berlino si è parlato anche dell'ipotesi – caldeggiata dall'Italia - di una forza internazionale di pace da inviare in Libia sotto egida ONU, e che coinvolga in particolare l'UE. “Non mancano i mezzi militari, ma le idee politiche”, afferma tuttavia Gaiani; che ricorda come la conditio sine qua non per l'invio di una forza di interposizione, sia una richiesta in tal senso dai due contendenti. “Oggi – continua – l'Europa è succube della politica estera di altri Paesi anche nel suo giardino di casa”. Sul terreno, intanto, Haftar non allenta la morsa sulla produzione e l'esportazione del petrolio: una forte arma negoziale, da parte sua. Tutto ciò mentre Erdogan afferma come non sia corretto che l'UE intervenga come coordinatore del processo di pace in Libia; essendo già “coinvolta l'ONU”.


Nel servizio l'intervista a Gianandrea Gaiani, Direttore "Analisi Difesa"


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