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Media ucraini: Zelensky sta valutando la possibilità di cambiare il nome della Russia in “Moscovia”

Scontri violentissimi intanto a Bakhmut. Mentre sono in corso, a livello globale, sommovimenti geopolitici fino ad ora impensabili

11 mar 2023

Tale è ormai la contrapposizione tra i belligeranti, che anche la Storia può divenire terreno di scontro. Dagli interventi di Putin alla vigilia dell'invasione, ad una iniziativa riferita in queste ore dalla stampa ucraina. Ovvero che Zelensky stia valutando la possibilità di cambiare il nome della Russia in “Moscovia”. Ennesima dimostrazione della campagna anti-russa in atto in Ucraina, ha replicato Zakharova. Alla base gli eterni dibattiti sul primo embrione statuale slavo-orientale: la Rus' di Kiev. Quantomeno singolare – dalla nostra prospettiva – che ci si accapigli su simili argomenti, nella situazione attuale. Con battaglie, come quella di Bakhmut, che macinano vite a ritmi vertiginosi. Le forze di Mosca non sono ancora riuscite a chiudere l'accerchiamento. Ma la pressione dei contractors della Wagner resta comunque difficilmente sostenibile – in prospettiva - per i gruppi ucraini di fanteria leggera, appostati da giorni sulla sponda occidentale del piccolo fiume Bakhmutovka, che divide la città.

L'intelligence britannica – fonte non neutrale – parla comunque di un micidiale “tiro al bersaglio” sui mercenari russi; pur riconoscendo come il dispositivo difensivo sia potenzialmente vulnerabile da attacchi da nord e da sud. Il Cremlino dal canto suo pare convinto che il tempo giochi a proprio favore; anche alla luce di sviluppi geopolitici assolutamente impensabili, prima di questo conflitto. Come l'annunciato accordo – sotto egida cinese – sulla ripresa delle relazioni diplomatiche tra due potenze regionali fino ad ora “arcinemiche”: Iran ed Arabia Saudita. Enormi i possibili sviluppi dell'intesa; e non solo per il Medio Oriente e la regione del Golfo. Il fatto stesso che Riad – legata a doppio filo a Washington - abbia accettato la mediazione del principale rivale strategico degli Stati Uniti, è un fatto di estrema rilevanza. Fredda la reazione della Casa Bianca, al di là delle parole di prammatica. Peraltro appena due giorni fa Lavrov aveva incontrato a Mosca il suo omologo saudita; che aveva espresso la volontà di “rafforzare le relazioni in tutti i campi” con la Russia. Non così isolata, dunque, come vorrebbe l'Occidente.





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