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Morte Soleimani: Nicola Pedde, “era l'elemento di tenuta dell'equilibrio regionale”

Secondo il Direttore dell'”Institute for Global Studies” le implicazioni dell'uccisione del Capo delle Forze al Quds sono molteplici e “tutte molto negative”

3 gen 2020

Qassem Soleimani, afferma l'analista Nicola Pedde, “è stata la persone con la maggiore conoscenza delle dinamiche di politica regionale ed internazionale; e uno fra i pochi, se non l'unico, che ha avuto un'esperienza diretta di dialogo informale con gli americani e di negoziato”. Secondo il Direttore dell'”Institute for Global Studies”, la sua morte “lascia un vuoto che presumibilmente verrà colmato dall'arrivo di figure ben più in linea con le componenti più radicali dell'apparato di Difesa iraniano”. Tra i primi effetti sul piano regionale vi è, ad avviso di Pedde, un possibile mutamento del quadro in Iraq. “E ciò potrebbe favorire in un qualche modo un primo processo d'uscita delle forze USA” dall'Area. “Il venir meno delle capacità e del pragmatismo di Soleimani, avrà – conclude l'analista - conseguenze enormi su tutta la Regione, dal Libano alla Siria”.

Nel video, l'intervista


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