NATO: visita a Kiev di Stoltenberg; “non è troppo tardi perché l'Ucraina vinca”
Sul fronte mediorientale, intanto, c'è attesa per i negoziati in corso al Cairo. Pressing di USA e Regno Unito su Hamas per una tregua a Gaza
Ancora possibile - nonostante la catastrofe, innescata dalle stragi di Hamas del 7 ottobre – una normalizzazione dei rapporti tra Israele ed Arabia Saudita. Obiettivo strategico per gli Stati Uniti: sempre meno propensi ad un coinvolgimento diretto nel quadrante. Questo, pare, uno dei temi forti della visita di Blinken a Riad: prologo dell'ennesima missione in Medio Oriente. Da qui il dito puntato contro Teheran – rivale comune -; e l'ottimismo della leadership saudita riguardo una possibile intesa sulla futura amministrazione di Gaza. Senonché il conflitto è in pieno svolgimento: dal Mar Rosso – con un'altra portacontainer colpita dagli Houthi -, alla Striscia. Dove parrebbe ormai imminente l'operazione di terra israeliana su Rafah. Porla in stand-by, però, potrebbe rivelarsi un'efficace leva negoziale. Washington ribadisce la propria contrarietà all'atto di forza; dall'altra parte, insieme a Londra, definisce molto generosa la controproposta dello Stato Ebraico. Pare preveda 40 giorni di cessate il fuoco ed il possibile rilascio di migliaia di detenuti palestinesi, in cambio della liberazione degli ostaggi. Che rappresentano tuttavia per Hamas una sorta di garanzia per prevenire l'annientamento. Paiono ancora distanti, insomma, le parti. Copione simile per la crisi ucraina; pur trattandosi in questo caso di un conflitto simmetrico. Apparentemente bandita la parola pace; sul campo nuovi avanzamenti delle forze russe in ciò che resta del Donbass. Nell'attesa che i flussi di armi sbloccati dal Congresso americano producano effetti operativi, la visita a Kiev di Stoltenberg; che ha sottolineato come i ritardi nell'invio di aiuti abbiano comportato “serie conseguenze”. Anche Zelensky ha posto l'accento sul fattore tempo. “Ma non è troppo tardi perché l'Ucraina vinca”, ha voluto rimarcare il Segretario NATO. Scettico, però, sulla possibilità di un accordo per l'adesione di Kiev all'Alleanza Atlantica già al vertice di Washington del 9 luglio. Notizia che fa il paio con il nuovo “no” del cancelliere tedesco Scholz all'invio di missili Taurus al Paese aggredito. La cui leadership stringe intanto le maglie sul fronte interno, con la scelta – riportata dai media - di svincolarsi temporaneamente dagli obblighi previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Decisione potenzialmente controversa, per poter applicare pienamente la legge marziale; e che è stata giustificata dalla necessità di respingere l'aggressione russa. Fra le possibili misure l'introduzione del divieto di riunioni e manifestazioni pacifiche.
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