CORRISPONDENZA NORZI

Nelle spiagge di Dubai si parla russo

La corrispondenza di Elisabetta Norzi

Negli hotel, sulle spiagge e nei centri commerciali di Dubai si sente parlare quasi solo russo. In maggioranza sono donne e bambini, arrivati qui da qualche settimana. In fuga dalle sanzioni occidentali, gli Emirati Arabi, che hanno deciso di non applicare alcuna restrizione verso Mosca sono diventati una meta privilegiata dove vivere e soprattutto un rifugio sicuro per i capitali. 

Sia Dubai che le altre città degli emirati contano da sempre una numerosa comunità russa, ma con la posizione di neutralità sulla guerra in Ucraina, gli Emirati stanno diventando, prima di tutto, un luogo dove mettere al riparo i patrimoni, ruolo di certo non nuovo per la monarchia del Golfo. Secondo una stima del National Bureau of Economic Research, i russi più facoltosi nascondono il 60% della loro ricchezza, che ammonterebbe a un trilione di dollari, fuori dalla Russia, Emirati Arabi inclusi, tra immobili, criptovalute e conti nelle banche locali. 

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E se Abu Dhabi ha subito condannato la violenza e la guerra, è però tra gli astenuti sulla risoluzione Onu che deplora l’invasione dell'Ucraina e su quella che ha sospeso la Russia dal Consiglio per i diritti umani. Lana Nusseibeh, inviata emiratina dell'Onu, intervenuta nei giorni scorsi alla sessione speciale di emergenza dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato come gli Emirati si siano uniti agli stati membri nell'appello per la pace. Il conflitto, ha aggiunto, può essere risolto solo con la diplomazia e il dialogo. “Nonostante le crescenti divisioni - ha concluso – ora è il momento di fare un passo indietro, identificare le vie diplomatiche e impegnarsi in modo costruttivo per porre fine a questo conflitto".

Legami stretti quelli tra Abu Dhabi e Mosca, dunque, non solo dal punto di vista economico, ma anche geopolitico, basti pensare alle posizioni vicine in Siria o in Libia, legami che si sono sicuramente intensificati con il disimpegno degli Stati Uniti dal Medio Oriente. Secondo gli ultimi dati resi noti dal Governo emiratino, pre-Covid, il commercio bilaterale non petrolifero tra i due Paesi era di 3,7 miliardi di dollari, 800.000 i turisti russi che visitavano annualmente gli Emirati, mentre la comunità contava oltre 17.000 residenti, numero destinato a crescere se la guerra non si fermerà e se verranno applicate ulteriori sanzioni a Mosca. 

Elisabetta Norzi

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