Si è conclusa nel peggiore dei modi la spedizione italiana sul Panbari Himal (6.905 metri), nella regione del Manaslu, in Nepal. I corpi di Alessandro Caputo, 28 anni, di Milano, e Stefano Farronato, 51 anni, di Bassano del Grappa, sono stati ritrovati senza vita dopo giorni di ricerche a oltre cinquemila metri di quota. I due erano dispersi dal 31 ottobre, quando una violenta tempesta aveva colpito il campo base della spedizione “Panbari Q7”.
La Farnesina ha confermato il decesso dei due alpinisti e ha espresso il proprio cordoglio alle famiglie, assicurando pieno supporto per le procedure di rimpatrio delle salme. Un terzo membro della spedizione, il piemontese Valter Perlino, è stato tratto in salvo da un elicottero dei soccorsi nepalesi.
Quello che doveva essere un autunno di grandi spedizioni si è trasformato in un mese nero per l’alpinismo italiano: le morti di Alessandro e Stefano si uniscono infatti a quella già confermata dalle autorità nepalesi di un altro italiano, non ancora identificato, nel campo base di Yalung Ri (5.630 metri), nella valle del Rolwaling. La spedizione internazionale voleva scalare la vetta più alta della zona, il Dolma Khang (6.332 metri) ma è stata travolta da una valanga sul campo base che ha provocato sette vittime, tra cui anche tre statunitensi, un canadese e due nepalesi. Nella stessa spedizione, risultano ancora dispersi almeno 4 alpinisti.
Le operazioni di ricerca e recupero sono rese quasi impossibili da una perturbazione eccezionale legata al ciclone Montha, che si è formato nel Golfo del Bengala e ha scaricato piogge torrenziali e neve pesante su gran parte del Nepal. Sagar Pandey, presidente dell'Associazione delle agenzie di trekking del Nepal, ha riferito che più di mille escursionisti e turisti sono stati recuperati da quando è iniziata l'ondata eccezionale di maltempo.
Caputo, maestro di sci a Saint Moritz e appassionato di alta quota, rappresentava la nuova generazione di alpinisti italiani. Farronato, arboricoltore e scalatore esperto con alle spalle oltre diciotto spedizioni, era considerato una figura di riferimento per molti giovani del mondo della montagna.