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New York Times: Ucraina dietro l'omicidio della figlia di Dugin

Nell'articolo – subito smentito da Kiev - si precisa come i servizi USA non fossero a conoscenza dell'operazione. Forze ucraine, intanto, ancora all'offensiva sui vari fronti

6 ott 2022

Giornate decisive sui campi di battaglia ucraini. Evidente lo sforzo delle truppe di Kiev di sfruttare il momento favorevole, prima dell'arrivo della stagione delle piogge; che potrebbe rallentare in modo considerevole il movimento delle forze meccanizzate. Nullo l'effetto di deterrenza delle annessioni. Prima l'avanzata travolgente nella regione di Kharkiv e la conquista di Lyman, che ha avuto effetti devastanti sulla catena logistica russa, e apre alla possibilità di nuove conquiste nel Donbass occupato. Poi l'improvvisa ripresa – a centinaia di chilometri di distanza - dell'offensiva verso Kherson; con i soldati di Mosca costretti ancora a umilianti ripiegamenti, su posizioni più difendibili. Concreto il rischio di un collasso del saliente ad ovest del Dnepr; con tutte le conseguenze del caso, inclusa la possibilità di risposte non convenzionali da parte del Cremlino. In attesa di un effettivo dispiegamento operativo dei riservisti mobilitati, i russi tentano di colpire in profondità le linee ucraine facendo ricorso ai droni kamikaze iraniani. E poi gli strike, come quello sulla città di Zaporizhzhia. Colpiti edifici residenziali, denuncia Kiev; con vittime civili.

Tutto ciò mentre il Consiglio Europeo adotta l'ottavo pacchetto di sanzioni, che introduce le basi per l'introduzione di un tetto massimo di prezzo per il trasporto marittimo di petrolio russo. Oggetto di non poche speculazioni, intanto, un articolo del New York Times; dove si spiega come l'intelligence americana ritenga che dietro l'omicidio di Darya Dugina vi sia il Governo di Kiev. Stando alle fonti citate, inoltre, i servizi statunitensi non erano a conoscenza dell'operazione e si sarebbero opposti se fossero stati consultati. Immediata la smentita dal consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak. Ma colpiscono la modalità e la tempistica di queste rivelazioni; dalle quali sembra trasparire una certa irritazione da parte di Washington. Secondo alcuni analisti potrebbe trattarsi di un messaggio a Kiev, dopo la totale chiusura, da parte di Zelensky, ad ogni ipotesi di negoziato; mentre crescono i rischi di un utilizzo di un'atomica tattica da parte di Mosca. Vi è poi un altro dossier scottante, in queste ore, per l'amministrazione americana: le crescenti tensioni in estremo oriente.

Nelle scorse ore due nuovi lanci di missili balistici nordcoreani, questa volta a corto raggio. E ciò dopo l'ordigno che avrebbe sorvolato martedì le regioni settentrionali del Giappone, prima di cadere in mare. La risposta di Pyongyang alle manovre navali congiunte di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone della scorsa settimana: le prime, su vasta scala, da 5 anni a questa parte. Dopo il primo test nordcoreano Washington e Seoul avevano risposto con un'esercitazione militare; ed un missile, peraltro, si era schiantato alla periferia di una cittadina della costa orientale della Corea del Sud, terrorizzando i cittadini. E poi il ritorno della portaerei americana Reagan in prossimità della Penisola, che ha innescato la successiva prova di forza del regime di Kim Jong Un.





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