Ha come “bruciato” l'odierno incontro con Zelensky, la lunga telefonata di ieri fra Trump e Putin; “disinnescando” in qualche modo il dossier Tomahawk, che aveva portato ad un brusco deterioramento dei rapporti sull'asse Mosca-Washington. L'inquilino della Casa Bianca è stato piuttosto chiaro; sostenendo come gli Stati Uniti non possano “esaurire” le proprie scorte. Ma a fare notizia è stato soprattutto l'annuncio del summit a Budapest: una sorta di secondo tempo del vertice agostano di Anchorage.
La notizia inizialmente pareva aver gelato i vertici UE; che più volte avevano rinfacciato ad Orban un'eccessiva vicinanza alle istanze di Mosca. Oggi infine un messaggio di un portavoce di von der Leyen; per far sapere come sia benvenuto ogni incontro che punti ad un “processo di pace giusta e duratura”. Formula più volte ripetuta, ma non si sa quanto condivisa da Trump; parrebbe piuttosto orientato ad una rapida conclusione del conflitto. Stando ad alcune fonti sarebbe imminente una temporanea sospensione delle ostilità intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Indizi di come si stia forse lavorando per un cessate il fuoco generalizzato. Ci si chiede nel frattempo come Putin – su cui pende un mandato d'arresto della Corte Penale Internazionale - possa arrivare nella Capitale ungherese, dovendo necessariamente sorvolare Paesi dell'Unione. Possibili deroghe da parte dei singoli Stati membri, fa sapere Bruxelles. Che per il resto pare non cambiare postura nei confronti del Cremlino. Secondo il Financial Times l'UE propone di utilizzare parte del prestito proposto da 140 miliardi di euro, garantito dagli asset russi congelati, per l'acquisto di armi statunitensi per l'Ucraina.