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Papa Francesco a Lesbo: “Chiusure e nazionalismi portano a conseguenze disastrose”

"Non lasciamo che il mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum”, l'esortazione del Pontefice

5 dic 2021
Foto: rainews
Foto: rainews

Papa Francesco, a 5 anni dopo la sua prima visita, ha visitato il campo profughi di Lesbo. "Il Mediterraneo è un cimitero senza lapidi, fermiamo il naufragio di civiltà", ha affermato. “Questo grande bacino d`acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte". "Prego Dio di ridestarci dalla dimenticanza per chi soffre, di scuoterci dall'individualismo che esclude, di svegliare i cuori sordi ai bisogni del prossimo. E prego anche l'uomo: il cinico disinteresse che con guanti di velluto condanna a morte chi sta ai margini". Papa Francesco ha percorso a piedi, salutando le persone e accarezzando i bambini, il tragitto dal cancello del centro al tendone, dove ha parlato a braccio ai circa 200 raccolti ad ascoltarlo. "Chiusure e nazionalismi, la storia lo insegna, portano a conseguenze disastrose - ha aggiunto Bergoglio -. È un'illusione pensare che basti salvaguardare se stessi, difendendosi dai più deboli che bussano alla porta. Il futuro ci metterà ancora più a contatto gli uni con gli altri. Per volgerlo al bene, non servono azioni unilaterali, ma politiche di ampio respiro". La storia "lo insegna - ha continuato - ma non lo abbiamo ancora imparato” .Il Papa ha usato anche parole forti per scuotere le coscienze: "Guardiamo i volti dei bambini e vergogniamoci". Rivolendosi ai rifugiati, ha poi detto: "Sono qui per dirvi che vi sono vicino. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime".




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