USA

Presidenziali USA: è “rissa” nel primo confronto tv fra Trump e Biden

A Cleveland volano gli stracci fra i due sfidanti nella corsa alla Casa Bianca. In 96 minuti di faccia a faccia insulti e continue reciproche interruzioni

La prima domanda da porsi, è se il confronto abbia avuto un effetto sulle intenzioni di voto; considerati i milioni di statunitensi ancora indecisi. Ma vari analisti ritengono che i due sfidanti, dal palco della Case Western Reserve University di Cleveland, si siano rivolti soprattutto al proprio zoccolo duro elettorale; non si sarebbe insomma verificato uno spostamento significativo di consensi. Situazione che avvantaggerebbe colui che i sondaggi danno come netto favorito nella corsa alla Presidenza. Nonostante una certa narrazione lo considerasse incapace di reggere il confronto dialettico, in una situazione di forte pressione, Joe Biden ha sfoggiato una grinta inaspettata, combattendo duramente per oltre 90 minuti. In molti hanno definito il faccia a faccia in Ohio una rissa, che avrebbe finito per disorientare ed irritare i telespettatori. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Fra i temi affrontati l'inchiesta sulle dichiarazioni dei redditi del Presidente. Inevitabili, sul punto, gli affondi del candidato democratico; ma Trump ha contrattaccato, rinfacciando allo sfidante i presunti legami finanziari tra il figlio Hunter e gli oligarchi dell'est Europa. E poi un'altra stilettata, quando si è parlato dei disordini verificatisi in questi mesi. L'inquilino della Casa Bianca ha denigrato più volte Biden, dipingendolo come “un pupazzo in mano alla sinistra radicale”. A sua volta Trump è stato aspramente criticato quando si è affrontato l'argomento che lo vede forse più vulnerabile: la gestione dell'emergenza covid. La “persona sbagliata al momento sbagliato”, ha detto Biden, che in tema di politica estera ha addirittura definito il Presidente “il cagnolino di Putin”. Secondo un sondaggio CNN, per 6 americani su 10 sarebbe stato Biden ad imporsi. Risultato molto simile a quello del 2016, quando il 62% giudicò Hillary Clinton la vincitrice del confronto. Dati, insomma, da prendere con beneficio d'inventario. Anche se è indubbio che al momento vi sia Trump nel ruolo dell'inseguitore, e l'ansia di dover recuperare terreno potrebbe non giocare a suo favore nei prossimi confronti.

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