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Riarmo e guerra in Ucraina, Vittorio Emanuele Parsi: "Per noi europei la minaccia esistenziale è la Russia"

Per il politologo il problema sono gli Stati Uniti, che rendono "non più così credibile l'applicazione dell'articolo 5 del trattato Nato", che stabilisce che se uno dei 32 membri è colpito, è come se lo fossero tutti

di Monica Fabbri
26 giu 2025
Il commento di Vittorio Emanuele Parsi
Il commento di Vittorio Emanuele Parsi

L'aumento della spesa per la Difesa al 5% deciso al vertice Nato è un cambio di passo epocale. Si promuove la logica di “pace attraverso la forza”, dove la deterrenza non è più solo politica, ma richiede investimenti senza precedenti. E' la strada giusta per rendere il mondo più sicuro? Lo abbiamo chiesto a Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali all'Università Cattolica di Milano. “E' la presa d'atto che il mondo è decisamente più insicuro di prima e soprattutto che gli strumenti che prima erano sufficienti per esercitare la deterrenza oggi non lo sono più. Ci confrontiamo con una Russia che ha una spesa militare nell'ultimo anno fiscale stimata in 145 miliardi di dollari, il 6,3% del suo PIL, il 40% dell'intero bilancio statale della Federazione Russa. Quei 145 miliardi di dollari, a parità di potere d'acquisto, cioè considerando quanto costano al chilo, per così dire, carri armati russi, droni russi e persino truppe russe, equivalgono a 200 miliardi di dollari. Per cui è evidente che le spese europee non bastano più. È una svolta epocale, nel senso che torniamo a budget molto consistenti, in alcuni casi, o arriviamo per la prima volta a budget molto consistenti. Il 3,5% non è così lontano da quello che molti paesi spendevano durante la guerra fredda”.

Resta centrale la questione Ucraina, con la promessa della Nato di sostegno incondizionato, sebbene - a differenza degli anni passati - non sia stato menzionato il tema dell’adesione formale di Kiev all’Alleanza Atlantica. “Sappiamo che c'è l'opposizione degli Stati Uniti, che vogliono lasciare una porta aperta per il dialogo con la Russia” – commenta Parsi. “Sappiamo che anche tra i paesi europei alcuni nicchiano un po', per cui questo è un po' il punto. Noi sappiamo tutti, d'altra parte, che la vera questione per poter arrivare a una tregua e magari un domani a una pace per l'Ucraina, sta proprio nelle garanzie di sicurezza. Le garanzie di sicurezza fornite dall'ingresso della Nato fino a ieri sembravano le migliori possibili, oggi possono essere fornite in maniera diversa, lì potrebbe, dovrebbe scattare la diplomazia, intesa come far capire ai russi che non possono avere tutto quello che vogliono, ma che se in qualche modo vogliono un cessate il fuoco su una linea d'armistizio, devono contemplare che l'Ucraina sia messa nelle condizioni di difendersi attraverso fornitura di armi, attraverso accordi bilaterali e multilaterali, attraverso eventualmente anche lo stazionamento di truppe nella parte occidentale del paese”.

Ma qual è la più grande minaccia per noi europei? “Per noi europei la minaccia esistenziale non è né l'Iran, né Hamas, né vattelappesca, chiunque sia nel Medio Oriente, la nostra minaccia esistenziale è la Russia e dovremmo cercare di ragionare su questo. Gli europei devono riarmare con o senza Nato, perché la Russia in Europa non è nel Golfo del Messico. Il problema sono gli Stati Uniti, che rendono non più così credibile l'applicazione dell'articolo 5, cioè quello su cui la Nato si basa. Su questo dobbiamo attrezzarci ed è per questo dobbiamo riarmarci molto rapidamente, perché non è scritto da nessuna parte che gli americani interverrebbero se qualora, per esempio, a quel criminale di Putin venisse in mente di collegare Kaliningrad con la Bielorussia, occupando quel corridoio che corre tra Polonia e Lituania”.





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