WASHINGTON

Sentenza aborto: maggiormente colpite le donne con redditi bassi o appartenenti alle minoranze

La corrispondenza di Marco Liconti (La Presse)

Dal corrispondente de La Presse, Marco Liconti:

"Anche se anticipata dalla inedita fuga di notizie del mese scorso, la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che dopo quasi 50 anni ha cancellato il diritto all'aborto a livello nazionale, è stata uno choc dirompente per l'opinione pubblica e la politica americane. Il ribaltamento della storica sentenza del 1973 che aveva legalizzato l'interruzione di gravidanza, significa che praticamente da subito, in circa metà degli Stati dell'Unione, soprattutto nel Sud e nel Midwest, l'aborto potrebbe essere dichiarato fuori legge o soggetto a restrizioni estreme, vietato anche nei casi di stupro e di incesto. Ad essere maggiormente colpite rischiano di essere le donne con redditi bassi o appartenenti alle minoranze, che non potranno permettersi le spese di viaggio e sanitarie per abortire in altri Stati dove l'interruzione di gravidanza è consentita. All'interno della Corte Suprema ha prevalso quindi l'orientamento conservatore della maggioranza dei nove giudici, di cui tre nominati dall'ex presidente Donald Trump, che ha infatti celebrato la sentenza come "una decisione presa da Dio".
Poco contano i sondaggi, che vedono la maggioranza degli americani favorevoli al diritto all'aborto, o le manifestazioni di protesta davanti alla Corte. Per Joe Biden si è trattato di "un giorno triste per il Paese". Il presidente ha chiesto al Congresso di approvare una legge federale che ripristini in tutti gli Stati Uniti il diritto cancellato dalla Corte Suprema. Ma Biden sa che gli attuali equilibri al Congresso non lo consentono. Ecco allora che il presidente annuncia battaglia in vista delle elezioni di medio termine di novembre, dove l'aborto potrebbe diventare uno dei temi dominanti, consentendo ai Democratici, forse, di recuperare i consensi che stanno perdendo a causa dell'inflazione e dei prezzi fuori controllo".

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