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Stop al conflitto Nagorno-Karabakh. Armenia e Azerbaigian firmano l'armistizio

10 nov 2020
Macerie a Nagorno, foto archivio
Macerie a Nagorno, foto archivio

Armenia e Azerbaigian hanno raggiunto un accordo per un totale cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. A 'benedire' l'accordo il presidente russo Vladimir Putin, fra i primi ad annunciarlo. Una "intesa dolorosa", dichiara il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, ma dettata dalla volontà di porre fine ai combattimenti. Poco dopo l'annuncio una folla inferocita ha invaso la sede del governo armeno a Erevan saccheggiando gli uffici e frantumando i vetri delle finestre. .

Assaltato anche il Parlamento dai manifestanti contrari all'intesa, poco dopo l'annuncio dell'accordo. Il presidente del parlamento Ararat Mirzoyan è stato aggredito e picchiato. Centinaia di persone hanno occupato i seggi dei parlamentari gridando "dimettetevi!" e "fuori!". Ne sono seguiti risse e violenti scontri verbali tra i manifestanti che cercavano di salire sul podio per parlare e alcuni deputati che tentavano di metterli a tacere. I pochi poliziotti presenti non sono riusciti a contenere la rabbia, sfogata in scontri e atti vandalici nei corridoi e negli uffici.

Il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev ha detto che l' accordo di cessate il fuoco per porre fine ai combattimenti nella contesa regione del Nagorno-Karabakh equivale a una "capitolazione" da parte dell' Armenia. "L'abbiamo costretto a firmare questo documento", ha detto Aliyev rifernedosi al primo ministro armeno Nikol Pashinyan in un discorso televisivo. "Questa è sostanzialmente una capitolazione". Aliyev ha detto che l'accordo è di "importanza storica", e che dà all'Armenia un breve lasso di tempo per ritirare le truppe dal Nagorno-Karabakh. La Russia e la Turchia, alleato dell'Azerbaigian, sarebbero stati coinvolti nell'attuazione del cessate il fuoco.


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