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Stragi di Utoya e Oslo: la Norvegia ricorda le vittime, ma l'eredità di Breivik sopravvive

22 lug 2021
Stragi di Utoya e Oslo: la Norvegia ricorda le vittime, ma l'eredità di Breivik sopravvive
Stragi di Utoya e Oslo: la Norvegia ricorda le vittime, ma l'eredità di Breivik sopravvive

22 luglio 2011, dieci anni dopo. La Norvegia rivive la pagina più nera della propria storia recente. 77 vittime, tutte per mano del fanatico neonazista Anders Breivik. 8 morti per un'autobomba piazzata nel centro di Oslo nei pressi degli uffici governativi, e le 69 vittime, per lo più attivisti della gioventù laburista, massacrate a freddo sulla piccola isola di Utoya. A distanza di un decennio, nessun pentimento, anzi la convinzione di aver fatto giustizia, con lucida fermezza.

Condannato a 21 anni – massima pena nel sistema norvegese ma prolungabili - e detenuto nel carcere di massima sicurezza di Skien, Breivik, ora 42enne, resta socialmente pericoloso. La sua pesante eredità xenofoba sopravvive tra derive ideologiche ed emuli suprematisti sparsi in giro per il mondo. L'odio non può "restare incontrastato": così la premier, Erna Solberg, durante una cerimonia di commemorazione. Polemiche per il memoriale rimasto incompiuto, sull’isola, invece, un cilindro metallico sospeso tra gli alberi porta incisi i nomi delle vittime.

La ferita è aperta, i superstiti ancora in stato di shock: "E' qualcosa che mi porto dentro. - dice Lars Fjærli Hjetland, uno dei sopravvissuti - mi sento in colpa, mi vergogno e temo di essere bersaglio di critiche e di odio, e che tutto quindi riaffiori. Ecco perché è così difficile raccontarlo pubblicamente, ma penso sia giusto farlo e che sia utile, che faccia bene, per questo poi l'ho fatto”.

Il decennale come “occasione di guardare al passato e ricalibrare il dibattito”, - auspicano studiosi ed esperti - per evitare altri casi analoghi; ma nella società norvegese c’è meno concordia di quanto si possa pensare sulla lettura e il significato di quegli attacchi. Il Paese rimane tuttora diviso tra una minoranza, non trascurabile, in linea con le idee razziste che hanno ispirato Breivik ed una generazione di progressisti favorevoli ad un approccio più duro verso l’estremismo.





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