Taiwan: crescono le tensioni tra Washington e Pechino dopo le voci di una visita di Nancy Pelosi a Taipei

La Speaker della Camera è in partenza, oggi, per un tour asiatico. In Ucraina intanto si continua a combattere; scambio di accuse tra Mosca e Kiev per il bombardamento di una prigione

Oltre i livelli di guardia la tensione nel Mar Cinese Meridionale; zona di massima frizione tra Pechino e Washington, e ora a rischio escalation dopo i rumors di una possibile visita di Nancy Pelosi a Taiwan. La Speaker della Camera – in partenza proprio oggi, per un tour asiatico – non ha dato indicazioni alla stampa; ma le voci di una simile iniziativa avevano colto in contropiede la stessa Casa Bianca. Da qui una telefonata di oltre 2 ore tra Biden e Xi Jinping. A complicare le cose la particolare postura statunitense, su questo dossier: da una parte la politica dell'”Unica Cina”; dall'altra la tradizionale protezione assicurata a Taipei, anche nell'ottica di un più efficace contenimento della Potenza rivale. Alla quale Washington contesta anche la mancata condanna della Russia per l'invasione dell'Ucraina. Una crisi, quest'ultima, che ha accelerato l'attuale fase di instabilità globale; e che pare destinata a protrarsi nel tempo vista la situazione sul campo. Nuovamente in movimento il fronte del Donbass. Terminata la “pausa operativa”, conseguente alla totale conquista del Lugansk. E cresce – nonostante un incedere lento - la pressione delle forze russe verso Bakhmut. Bastione strategico, la cui caduta potrebbe provocare il collasso della linea difensiva a protezione delle due città chiave nel Donetsk ancora in mano ucraina: Sloviansk e Kramatorsk. Kiev continua invece a prospettare un'imminente controffensiva di ampio respiro nell'oblast di Kherson, ponendo l'accento sulla precisione dei sistemi d'arma forniti dall'Occidente, in particolare gli Himars. Ma proprio con questi – denuncia Mosca – è stata colpita una prigione dove erano detenuti prigionieri di guerra, inclusi soldati del Reggimento Azov, catturati a Mariupol. Almeno 40, è stato detto, le vittime. Secondo il Ministero della Difesa un attacco deliberato; per “intimidire” i soldati ucraini e prevenire la loro resa. Ha puntato il dito contro la Russia, invece Zelensky; parlando di una “cinica” operazione false flag, per “incolpare” Kiev e screditarla di fronte ai propri partner. Invocata anche una reazione da parte dell'ONU. Il Presidente ucraino era oggi in visita al porto di Chornomorsk, per presenziare alle operazioni di carico della prima nave che dovrà esportare grano. Pare in procinto di essere implementato, insomma, l'accordo sul grano raggiunto a Istanbul. Ma restano forti dubbi sulla tenuta dell'intesa: inevitabilmente fragile, in un contesto di guerra.

[Banner_Google_ADS]

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy