Trump indagato per spionaggio, in casa aveva segreti militari

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

Donald Trump ha ancora una volta rubato completamente la scena pubblica americana. La perquisizione da parte dell'Fbi nella sua residenza di Mar-a-Lago era apparsa all'inizio della settimana come un clamoroso assist politico per l'ex presidente. Trump ha avuto subito gioco facile nel denunciare la presunta manovra politica ai suoi danni da parte dei Democratici, per impedirgli di tentare la rivincita nel 2024. Una mossa che gli è servita a compattare attorno a sé il Partito repubblicano, sceso in sua difesa. In realtà, col passare dei giorni, la questione è apparsa più complicata. La vicenda risale a quando Trump lasciò la Casa Bianca, nel gennaio di due anni fa, portando con sé una grande quantità di documenti e materiale riservato che avrebbe invece dovuto essere consegnato agli Archivi Nazionali. Dopo la denuncia, Trump restituì parte di quel materiale.

Ma, secondo il dipartimento di Giustizia e l'Fbi, l'ex presidente trattenne nella sua residenza in Florida una serie di documenti classificati. Di qui, la perquisizione e il sequestro da parte degli agenti federali. La svolta c'è stata giovedì, quando il ministro della Giustizia Merrick Garland ha proposto la desecretazione dell'atto giudiziario con il quale era stata autorizzata la perquisizione. Una mossa che puntava a rendere pubblica la gravità dei sospetti e rimandava la palla nel campo di Trump. Poi, con un susseguirsi di colpi di scena degno dei migliori legal thriller, lo scoop del Washington Post che riferiva che l'Fbi a casa dell'ex presidente era in cerca di documenti relativi all'arsenale nucleare. Infine, la clamorosa rivelazione che l'Fbi sta indagando su Trump per spionaggio. Tra il materiale sequestrato, infatti, vi sono diversi documenti classificati come top secret.

Trump si è difeso sostenendo che i documenti che teneva in casa erano in realtà declassificati. Ma la sua è apparsa una replica assai debole. È presto per dire quali sviluppi giudiziari avrà questa vicenda. Se per Trump ci sarà un rinvio a giudizio e se questa nuova e pesante grana giudiziaria possa costituire per lui un ostacolo insormontabile in vista di una nuova candidatura alla Casa Bianca. L'ex presidente ci ha abituato quasi a tutto negli ultimi anni. E in America, come nel resto del mondo, le vittorie o le sconfitte politiche dovrebbero passare per le urne e non per le aule dei tribunali. E tra il suo elettorato, Trump rimane ancora molto forte.

Da Washington, il corrispondente LA PRESSE Marco Liconti

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