STATI UNITI

Trump ordina deportazioni a Guantanamo: nel mirino anche cittadini europei, inclusi italiani

Il presidente USA rilancia l’uso della base militare per migranti "illegali", senza informare i governi alleati. Intanto, la repressione delle proteste in California e New York alimenta nuove tensioni.

Trump ordina deportazioni a Guantanamo: nel mirino anche cittadini europei, inclusi italiani.

Washington – L’amministrazione Trump sarebbe pronta a trasferire migliaia di migranti considerati “illegali” nella discussa base militare di Guantanamo, inclusi cittadini di paesi europei come Italia, Regno Unito, Germania e Francia. Lo rivela il Washington Post, citando fonti ufficiali secondo cui non è previsto alcun preavviso ai governi di origine, nemmeno a quelli storicamente alleati degli Stati Uniti.

Si tratterebbe di un provvedimento straordinario che riporterebbe Guantanamo – già al centro di controversie per la detenzione di sospetti terroristi – al centro della politica migratoria americana. Tra i destinatari del trasferimento, secondo le indiscrezioni, figurerebbero anche cittadini di Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina.

Intanto, crescono le tensioni interne. A Los Angeles, il presidente Donald Trump ha definito i manifestanti contro le politiche sull’immigrazione come “animali” e “criminali del terzo mondo”. Interpellato dai giornalisti durante una visita a Fort Bragg, ha ipotizzato che i cortei siano “organizzati e finanziati da qualcuno”, pur senza fornire prove o nomi.

Sul fronte dell’ordine pubblico, il presidente ha assicurato che “dove ci sono i militari non potrà succedere niente”. Alla domanda sulle regole di ingaggio, ha risposto: “Se i manifestanti tirano mattoni o aggrediscono agenti, l’esercito risponderà con grande forza”.

Nel frattempo, la sindaca di Los Angeles Karen Bass ha dichiarato lo stato di emergenza e imposto un coprifuoco notturno per contenere i disordini. Manifestazioni si sono estese anche a New York e Chicago, dove sono in corso proteste pacifiche contro i raid condotti dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE).

La scelta di Trump, che unisce retorica incendiaria e misure repressive, sta alimentando critiche dentro e fuori gli Stati Uniti. Ma la Casa Bianca tira dritto, pronta ad affrontare proteste e tensioni internazionali pur di rilanciare la linea dura sull’immigrazione a pochi mesi dalle elezioni.

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