Ucraina: al via i “referendum” di annessione alla Russia nelle zone occupate

Un'altissima tensione accompagna le votazioni, aspramente stigmatizzate da Kiev e dal blocco occidentale

Nessun dubbio sull'esito delle votazioni, definite una “farsa” dalle cancellerie occidentali. Una drammatica lotteria, invece, recarsi in uno dei seggi allestiti nelle regioni separatiste del Donbass, e nelle aree occupate di Kherson e Zaporizhzhia. Zone di guerra a tutti gli effetti. L'amministrazione filorussa di Donetsk aveva denunciato ieri la morte di almeno 6 civili a causa di un bombardamento su un mercato; oggi una potente esplosione è stata udita a Melitopol. La popolazione delle 4 Regioni sarebbe allora stata invitata a votare presso le proprie abitazioni “per motivi di sicurezza”; predisposti seggi anche in territorio russo. Ma l'impressione è che tutto possa accadere nei prossimi giorni; specie una volta concluso il processo di annessione. Continua – infatti – la spinta offensiva delle truppe di Kiev; che al fatto compiuto di Putin hanno risposto con nuovi assalti su Lyman: nodo di fondamentale importanza nel nord dell'oblast di Donetsk. Il rischio – evocato dalle dichiarazioni dei giorni scorsi - è quello di una risposta non convenzionale da parte di Mosca; decisa inoltre a colmare il gap numerico di forze, al fronte, con la mobilitazione parziale. Ma saranno necessari mesi per un effettivo dispiegamento dei richiamati. Al netto poi dei cronici problemi di logistica, e delle proteste in corso nel Paese.
Paiono ridimensionarsi, invece, le voci di un esodo massiccio verso la Finlandia, per evitare l'arruolamento. Timidi segnali di speranza, intanto, da Pechino. La Cina – ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri - è pronta a svolgere un “ruolo costruttivo” per attenuare la gravità della situazione. Da interpretare poi il recente ed inaspettato scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev: 215 soldati che difesero Mariupol in cambio di 55 militari russi e dell'oligarca ucraino Medvedchuk, sul quale Putin aveva puntato per scalzare Zelensky. Intesa duramente stigmatizzata dalle frange russe più oltranziste; visto anche il rilascio di 5 leader del Reggimento Azov, che rimarranno in Turchia fino al termine delle ostilità. Da una Commissione d'inchiesta dell'ONU, infine, la conferma di come siano stati commessi crimini di guerra in Ucraina. Evocate esecuzioni, torture, violenze sessuali e bombardamenti russi su zone civili.
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