Ucraina: bombardamenti aerei russi su città e target strategici. A Mariupol si attende l'attacco

Kiev denuncia Mosca di aver colpito una moschea nella città sul Mar d'Azov. Da lunedì, in Norvegia, manovre NATO

Tanta propaganda, alternata a vere e proprie fake news, nel continuo flusso di notizie riguardante la situazione sul campo in Ucraina. Ma al netto della consueta nebbia informativa, si può parlare di una fase di sostanziale stasi dell'offensiva russa di terra; anche in ragione dell'accanita resistenza ucraina. Proseguono invece i bombardamenti, per fiaccare il morale delle forze di Kiev, e disarticolarne il coordinamento. Colpiti nella notte i sobborghi della Capitale, il nodo strategico di Dnipro, Mykolaiv, Kharkiv: città martire, con un numero crescente di vittime. Tutto ciò, forse, in vista di un imminente assalto ai grandi centri ormai circondati. E' ciò che potrebbe avvenire a Mariupol, dove è stata prevista – in giornata – l'apertura di un corridoio umanitario. Evacuazione di civili che, se portata a termine, permetterebbe agli attaccanti di dispiegare senza remore un'enorme potenza di fuoco, sulle truppe ucraine asserragliate nella città sul Mar d'Azov.

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In caso contrario pare inevitabile lo scenario di selvaggi combattimenti urbani, con tutte le conseguenze del caso. Nel frattempo si continua a discutere di armi chimiche. Ieri, all'ONU, un drammatico Consiglio di Sicurezza, nel corso del quale il rappresentante russo – appoggiato da quello cinese - ha parlato della presenza in Ucraina di laboratori dove si tengono “esperimenti biologici molto pericolosi”. Nelle stesse ore il Ministero degli Esteri diffondeva un dossier relativo a presunte consegne di grandi quantità di ammonio da parte di un appaltatore militare americano. La tesi di Mosca, insomma, è che si voglia provocare un grave incidente, per poi accusare la Russia. Speculari però le accuse di Kiev e Washington. Grande tensione, insomma, su questo dossier: potenzialmente in grado di portare ad un catastrofico allargamento del conflitto. In questo scenario si attende l'inizio, in Norvegia, di una maxi-esercitazione della NATO, peraltro in programma da tempo. Dal Vaticano, intanto, un fermo appello a fermare la guerra. Dal Cardinale Parolin anche una considerazione di carattere geopolitico: “bisogna riconoscere – ha detto il Segretario di Stato - che non siamo stati capaci di costruire, dopo la caduta del Muro di Berlino, un nuovo sistema di convivenza fra le Nazioni, che andasse al di là delle alleanze militari o delle convenienze economiche”.

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