Ucraina: conferenza stampa record, di 14 ore, del Presidente Zelensky

Violato l'accordo per il cessate il fuoco e l'attuazione della "formula Steinmeier". Nuovo tentativo il 15 ottobre

Il presidente Vladimir Zelensky ha stabilito un record mondiale con una conferenza stampa/maratona di 14 ore, a Kiev. Ha sottolineato che la sua missione principale è porre fine alla guerra. A 5 mesi dall'insediamento è stata la prima comunicazione di Zelensky, di lunga durata, con i media. 300 i giornalisti accreditati all'evento, ma non tutti hanno avuto la possibilità di porre domande. Sebbene siano tantissimi gli interrogativi che si pone la società civile, è stato particolarmente interessante ascoltare direttamente dalla bocca del Presidente, l'interpretazione della formula di Steinmeier e altre opzioni per porre fine alla guerra nel Donbas. In base al documento l'esercito ucraino e i miliziani dovevano essere schierati il 7 ottobre, ma queste condizioni sono state violate. Ci doveva essere un cessate il fuoco di sette giorni ma è stato interrotto dai separatisti. Allo stesso tempo, le formazioni dei nazionalisti ucraini, i volontari e i veterani, hanno fatto sapere che, al costo della loro vita, non avrebbero lasciato le loro posizioni - che sono sotto il controllo dell'Ucraina - dopo ciò che è accaduto nel 2014. Come noto un certo numero di partiti ucraini, attivisti e personaggi pubblici, hanno fortemente criticato la firma della formula di Steinmeier. Credono che prima debba essere implementata la parte relativa alla sicurezza, prevista dagli accordi di Minsk: nello specifico il ritiro delle truppe russe e il controllo del confine dovrebbero precedere le elezioni e il dibattito sullo status del Donbass. Un nuovo tentativo di ridispiegamento delle truppe, nei due settori, potrebbe realizzarsi il 15 ottobre. Successivamente, in novembre, ci sarà l'incontro dei leader di Ucraina, Germania, Francia e Russia. Secondo Zelensky la Russia sta ritardando l'incontro, secondo il modello del “Norman Format”, nonostante ci sia urgenza, visto che al fronte resta uccisa, mediamente, una persona ogni due giorni.

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