Ucraina: durissimo monito di Mosca contro l'Occidente, rischio di “escalation nucleare”

Prosegue intanto la lenta progressione russa nelle aree Donetsk ancora in mano ucraina. Kiev risponde con ripetuti strike su target militari

“Washington e i suoi alleati stanno pericolosamente barcollando sull'orlo di uno scontro militare aperto con la Russia”. Parole che pesano come macigni quelle di Maria Zakharova, e che si prestano ad una doppia lettura. Inquietante l'idea che Mosca si stia effettivamente preparando allo scenario più catastrofico; più probabile voglia creare – con la paura – fratture nel fronte occidentale, minando il sostegno a Kiev. Ma potrebbe essere una strada senza ritorno andare – come si suol dire - “a vedere il bluff”. Si “rischierebbe di provocare un'escalation nucleare”, ha tuonato la portavoce del Ministero degli Esteri russo. Tutto ciò dopo aver addossato interamente all'Occidente le responsabilità della guerra. Per il momento l'UE parrebbe proseguire sulla linea della fermezza, tra rumors di un settimo pacchetto di sanzioni e l'annuncio di una nuova tranche di aiuti a Kiev, per un miliardo di euro. “Siamo al fianco dell'Ucraina, ora e nel lungo periodo”, ha twittato Von der Leyen. Ma i segnali provenienti dalla Germania testimoniano una crescente preoccupazione per le ricadute di questa guerra, ed una sorta di stanchezza emotiva. Una spia è rappresentata dalla copertura mediatica: sempre più orientata ad approfondire l'impatto economico del conflitto, a scapito della situazione sul campo. Dove in realtà si prospettano battaglie decisive nella parte del Donetsk ancora controllata dalle forze ucraine. Che si trovano nella scomoda situazione di chi non sa dove possa arrivare la prossima “spallata”. Se da est, contro la linea che corre da Siversk a Bakhmut; o da nord, in direzione Sloviansk: bastione pesantemente fortificato, la cui caduta rischierebbe di far collassare l'intero sistema difensivo del Donbass.

Lenta, metodica, la progressione russa su queste località: ormai a una manciata di chilometri. Kiev risponde con devastanti strike su depositi munizioni e centri comando, portando scompiglio nelle retrovie del nemico; e cercando così di rendere insostenibile la sua avanzata. Di grande efficacia i lanciarazzi multipli forniti dagli Stati Uniti; ripetutamente utilizzati anche contro target militari nella regione di Kherson; probabilmente in vista della controffensiva – più volte annunciata – nel sud del Paese. Ma anche i russi pare stiano intensificando gli attacchi missilistici. Ed entrambe le parti si rinfacciano di colpire volontariamente aree residenziali. Di certo il bilancio delle vittime civili sta crescendo in modo vertiginoso. E ciò contribuisce ad allontanare ogni ipotesi di negoziato. Piccoli spiragli di dialogo potrebbero tuttavia aprirsi su un dossier connesso: la “battaglia del grano”. Domani, a Istanbul, un incontro tra delegazioni militari di Ankara, Mosca, Kiev - e rappresentanti Onu - per discutere la possibile apertura di corridoi per l'esportazione di cereali dall'Ucraina.

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