Ucraina: l'Aiea non si sbilancia sulle responsabilità degli attacchi contro la centrale nucleare di Energodar

Kiev ha respinto le accuse di Mosca parlando di “campagna di provocazioni e falsità”. L'infrastruttura è controllata dai russi sin dalle prime fase dell'invasione

Da una moltitudine di segnali, la fotografia di una situazione sul campo estremamente critica per l'Ucraina. Ieri era stato lo stesso Segretario Generale della NATO a fare forse per la prima volta esplicito riferimento a “compromessi” – da parte di Kiev – per fermare la guerra. Un ricordo ormai – anche negli ambienti più oltranzisti - la narrazione della vittoria totale su Mosca. Come dimostrano le indiscrezioni filtrate sui media riguardo il piano segreto di Trump nel caso di un bis alla Presidenza: Crimea e Donbass alla Russia. Che ha del resto da mesi l'iniziativa sui vari fronti. Dopo la caduta di due poderosi bastioni difensivi come Bakhmut e Avdiivka, nel mirino vi è ora Chasiv Yar: uno dei tanti toponimi prima sconosciuti, e ora al centro delle cronache belliche.

Totalmente cambiato nel frattempo il registro comunicativo dei decisori ucraini. L'Ucraina “perderà la guerra” - ha avvertito Zelensky - se il Congresso americano non sbloccherà i fondi. Particolare insistenza sulla necessità di difesa aerea, visti i raid strategici di questo periodo; con l'apparente obiettivo di disarticolare la rete energetica ucraina, colpendo i nodi meno protetti. Dall'altra parte pure il Paese aggredito pare puntare in questa fase sulla carta degli attacchi da remoto. Tanto che nella regione frontaliera russa di Belgorod sarebbero stati fino ad ora evacuati circa 10.000 minori. In questo quadro i recenti attacchi con droni sulla centrale nucleare di Energodar, confermati anche dai vertici Aiea. “Aumentano significativamente il rischio di un grave incidente”, ha ammonito il Direttore Generale Rafael Grossi. Nessuna indicazione però – come di consueto – sulle responsabilità. Kiev ha definito “false” le accuse di Mosca. Pare tuttavia quantomeno controintuitiva la più volte cavalcata tesi dell'auto-attacco; i russi controllano infatti questa infrastruttura strategica sin dalle prime fasi dell'invasione.

Senza contare gli effetti catastrofici sui propri soldati e sui territori conquistati, di una eventuale fuga radioattiva. Ad ingenerare una certa confusione, sui media, anche i report di bombardamenti russi sulla parte non occupata della regione di Zaporizhzhia. Nebbia di guerra pure sulla tragica vicenda dell'attentato terroristico alla Crocus City Hall. I presunti responsabili arrestati avrebbero dichiarato di essere stati contattati da una persona, che avrebbe promesso loro un milione di rubli a testa da andare a ritirare in Ucraina dopo la strage. Pesanti però i dubbi sull'attendibilità di simili rivelazioni; viste anche le modalità di conduzione degli interrogatori.

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