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Ucraina: lenta progressione russa nel Donbass. Biden discuterà con Zelensky l'invio di nuove armi

Sorprendono, intanto, i dati del Fondo Monetario Internazionale sull'economia russa; riviste al rialzo le stime di crescita del PIL

31 gen 2023

Un invito a Mosca a fermarsi. “Quit and stop”. Lapidario il messaggio di Blinken; consegnato a Lavrov dal capo della diplomazia egiziana, a seguito della visita al Cairo di domenica del Segretario di Stato americano. A rivelarlo è lo stesso Ministro degli Esteri russo. Apparentemente non vi sarebbero margini; la guerra in Ucraina pare abbia ormai un valore esistenziale per il Cremlino. Ma è comunque significativo il contatto; seppur indiretto e dal contenuto irricevibile per il destinatario. Non è insomma escluso che dietro le quinte qualcosa si muova. Colpisce ad esempio il modo netto con il quale Biden ha escluso ieri l'invio di F-16 all'Ucraina; almeno 200 – per la cronaca - i caccia occidentali richiesti. Alla presa di posizione della Casa Bianca si è ben presto allineata l'ala forse più radicale del fronte anti-russo: Regno Unito e Polonia, con quest'ultima addirittura ad escludere “discussioni ufficiali” in merito. Una semplice speculazione, tuttavia, la possibilità vi sia un legame con l'iniziativa di Blinken. Arrivata dopo il via libera all'invio a Kiev di carri armati avanzati; e i timori di una escalation imprevedibile.

Resta critica, intanto – al netto di quanto riferito nei bollettini ufficiali -, la situazione per le forze ucraine impegnate nel Donbass. Forte pressione russa sia a nord che a sud di Bakhmut, con l'obiettivo di recidere gli ultimi canali di approvvigionamento. Progressi – pare - anche nella città stessa. Da qui l'attesa per i Leopard, in vista della primavera. Il Presidente degli Stati Uniti ha dal canto suo dichiarato che discuterà direttamente con Zelensky l'invio di nuove armi. Pressoché totale la dipendenza delle forze ucraine dal sostegno occidentale. Settato già da tempo su una guerra di lunga durata, invece, il sistema industriale russo; rivelatosi decisamente più resiliente di quanto inizialmente previsto. Il Fondo Monetario ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL della Federazione: +0,3% per l'anno in corso; addirittura il 2,1 nel 2024. Meglio dunque dell'1,6% previsto per Eurolandia; alle prese con inflazione e questione energetica. Con sanzioni sempre più stringenti si voleva fiaccare il sistema produttivo di Mosca, paralizzandone lo sforzo bellico. Obiettivo non raggiunto, almeno in questa fase.





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