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Ucraina: nuove pesanti bordate di Prigozhin ai vertici militari russi

Frizioni anche a Kiev; il Sindaco della Capitale ha dichiarato come sia in corso una campagna per screditare lui e il governo della città. Netanyahu denuncia intanto il ritrovamento di armi anticarro occidentali ai confini di Israele

23 giu 2023

Mai si era spinto a tanto il leader della Wagner, nelle sue quotidiane bordate all'establishment militare russo. Prigozhin avrebbe parlato di ritirate in corso dai fronti di Zaporizhzhia e Kherson. Sempre brutale lo stile; “ci stiamo lavando con il sangue”. Scenario di rotta che non solo cozza con le valutazioni espresse alla CNN da funzionari occidentali. Sono gli stessi bollettini delle forze di Kiev, ad apparire un esempio di prudenza se paragonati alle esternazioni del capo dei mercenari che conquistarono Bakhmut. Il successo che Prigozhin intende mettere all'incasso; forse anche da un punto di vista politico. Pur evitando fino ad ora di attaccare direttamente Putin.

Faglie anche sul fronte opposto; uno dei simboli della resistenza – l'ex campione di pugilato e sindaco di Kiev Vitali Klitschko – ha dichiarato come sia in corso una campagna per screditare lui e il governo della Capitale. Ultimo atto di una serie di accuse incrociate con l'amministrazione Zelensky, sul funzionamento dei rifugi antiaerei. Fibrillazioni che potrebbero pesare in questa fase, vista la situazione sui campi di battaglia; varie fonti parlano di modesti successi tattici ottenuti a caro prezzo: nulla di paragonabile all'hype della vigilia; anche se si sottolinea come “tutto” debba “ancora avvenire”.

Attenzione comunque ai segnali esterni. Sembra chiudersi ogni possibilità di supporto militare da Israele: Netanyahu ha infatti denunciato il ritrovamento di armi anticarro occidentali ai confini dello Stato Ebraico; esprimendo il timore che qualsiasi sistema dato all'Ucraina possa “cadere nelle mani dell'Iran”. Ha però sottolineato come il proprio Paese possa aiutare a porre fine al conflitto. Ipotesi remota; escalation bellica e comunicativa piuttosto. Prima le accuse di Zelensky al Cremlino, circa l'ipotesi di un attacco terroristico alla centrale nucleare di Zaporizhzia; poi i servizi russi, che hanno puntato il dito contro Kiev, parlando del tentato acquisto di un chilo di sostanza radioattiva da utilizzare in operazioni sotto falsa bandiera. Puntuali in entrambi i casi le smentite. Ancora nebbia di guerra; non una novità.





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