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Ucraina: nuovi strike russi contro infrastrutture energetiche. Colpite oggi le regioni occidentali

I belligeranti intanto si accusano vicendevolmente di voler distruggere la diga di Kakhovka: conquistata dalle truppe russe già nella prima fase del conflitto

22 ott 2022

Fase caratterizzata dal massimo sforzo bellico per Kiev; determinata ad assestare un colpo decisivo alle forze di occupazione, prima che sia troppo tardi. Al contempo le autorità devono concentrarsi sulla tenuta del fronte interno; perché nei prossimi mesi potrebbero non essere più garantiti servizi essenziali. Da qui l'enfasi con la quale vengono riportate notizie di abbattimenti di droni kamikaze iraniani. Ma il problema è il loro utilizzo in massa su singoli obiettivi; e un vero antidoto pare non sia stato ancora trovato. Da qui le pressanti richieste all'Occidente del Ministro Kuleba. Sistematica, la campagna russa di demolizione delle infrastrutture critiche. Colpiti in queste ore impianti energetici nell'Ucraina occidentale. Tattica brutale, quella del Generale Surovikin; per deprimere la capacità di resistenza della popolazione, ma soprattutto per paralizzare la logistica militare ucraina. Pare infatti imminente una nuova offensiva contro il settore più fragile ed esposto del dispositivo di Mosca: i territori della regione di Kherson sulla sponda occidentale del Dnepr. Due attacchi erano già stati respinti nei giorni scorsi; prologo, forse, della grande spallata.

Tutto ciò mentre prosegue l'evacuazione dei civili; i filo-russi denunciano raid, nel corso dei quali sarebbero rimasti uccisi anche bambini. Opposte narrazioni intanto su ciò che potrebbe accadere alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka: conquistata dalle forze del Cremlino già nella prima fase del conflitto. I contendenti si accusano reciprocamente di volerla distruggere, provocando un'inondazione catastrofica. Applicando alla logica militare la regola del "cui prodest", una tale mossa parrebbe aver senso, per i russi, solo una volta completato un eventuale disimpegno da questa zona. In caso contrario le truppe si troverebbero ancor più isolate e destinate alla resa o all'annichilimento: poiché quello della diga pare sia uno degli ultimi attraversamenti integri, dopo gli strike di questi mesi sul ponte Antonovsky. La distruzione dell'infrastruttura, inoltre, comprometterebbe irrimediabilmente l'approvvigionamento idrico della Crimea: una priorità per Mosca. Al netto delle speculazioni si tratterebbe comunque di un fatto di una gravità inaudita. E che qualcosa di estremamente pericoloso possa accadere lo si può desumere dalla recente telefonata tra i Ministri della Difesa di Russia e Stati Uniti: la seconda dall'inizio dell'invasione. Il Pentagono ha posto l'accento sulla necessità di mantenere linee di comunicazione.





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