Ucraina: scontri senza tregua a Mariupol. Si combatte tra le macerie

Scarsi, negli ultimi giorni, i progressi dell'offensiva russa. Tutte le attenzioni di Mosca sono concentrate sulla città sul Mar d'Azov, a lungo sotto assedio

Si combatte fra le rovine a Mariupol; dove presumibilmente non si faranno prigionieri. Dopo 8 anni di conflitto, solo teoricamente a “bassa intensità”, per le truppe delle repubbliche separatiste è giunto infatti il momento della resa dei conti con il nemico per eccellenza: gli ultranazionalisti ucraini del Reggimento Azov; decisi a resistere fino all'ultimo uomo. A confrontarsi, in ciò che resta della città portuale, anche milizie cecene, regolari russi, fanti di marina ucraini. Inesorabile la morsa degli assedianti; ma gli scontri potrebbero protrarsi ancora a lungo, con ulteriori sofferenze per i civili rimasti intrappolati. Di certo, però, il Cremlino vuole chiudere la partita.

Troppo importante la conquista di Mariupol; sia a livello simbolico che strategico: garantendo il corridoio fra Crimea e Donbass. E soprattutto potrebbe essere l'unico elemento di peso, per Mosca, da far valere subito sul tavolo negoziale. Anche su questo piano, infatti, si registra uno stallo. Da una parte si segnalano aperture al dialogo di Zelensky, che torna a proporre un incontro con Putin; ma ritiene al contempo necessario sottoporre a referendum un eventuale accordo di Pace. Dall'altra le stesse Autorità di Kiev sembrano confidare in una vittoria sul campo; sostenendo come i russi abbiano scorte di munizioni e cibo per non più di 3 giorni. L'obiettivo è forse tenere alto il morale di popolazione, che rischia di essere fiaccato da continui bombardamenti e privazioni. Pesanti gli attacchi su Kharkhiv; contraerea in azione anche a Odessa.

Per il resto avanzamenti russi praticamente nulli; nel settore di Kiev le truppe si starebbero addirittura trincerando. Difficile capire se sia in corso una riorganizzazione delle retrovie, in vista di una nuova offensiva; o se sia invece esaurita la spinta propulsiva. Ad inquinare il continuo flusso di notizie, infatti, una propaganda di guerra sempre più pervasiva.
Reali, invece, le tensioni fra Mosca e Washington; specie sul dossier delle armi chimiche e biologiche, con ripetuti scambi di accuse. Talmente grave e complessa, la situazione, che oggi è passata quasi in secondo piano la notizia della condanna a 9 anni di carcere per l'oppositore russo Navalny, accusato di appropriazione indebita. In altri periodi avrebbe suscitato reazioni veementi in Occidente.

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