CORRISPONDENZA

Usa, il voto di midterm rafforza Biden

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

L'Ondata Rossa - il colore del Partito repubblicano - non c'è stata, arginata, nella mappa elettorale degli Stati Uniti, dalle tante macchie Blu dei Democratici. Il voto di midterm, se l'andamento attuale dovesse essere confermato, ci consegna la fotografia di un'America profondamente divisa, nella quale nessuno dei due partiti ha convinto pienamente gli elettori, in una misura capace di determinare una chiara maggioranza nel Paese. A conteggio delle schede ancora in corso,  è possibile prevedere con un buon margine di certezza che i Democratici manterranno il controllo del Senato.

Un risultato che, con l'importante vittoria in Arizona delle ultime ore e la possibile vittoria in Nevada, potrebbe essere raggiunto senza attendere il ballottaggio che ci sarà in Georgia il 6 dicembre. Alla Camera dovrebbero invece spuntarla i Repubblicani, ai quali manca una manciata di seggi per raggiungere la quota di maggioranza di 218. E tuttavia, visti i sondaggi della vigilia, il presidente Joe Biden e i Democratici possono rivendicare questo voto di midterm come un successo.

La prevista bocciatura dell'Amministrazione non c'è stata e i Repubblicani, sebbene vincitori a metà e con un margine molto risicato, non saranno in grado di smontare le leggi varate dalla Casa BIanca negli ultimi due anni, o potranno imporre il divieto di aborto a livello nazionale come ipotizzato alla vigilia del voto, né potranno rallentare il sostegno americano all'Ucraina per fronteggiare l'invasione russa.

Biden, ora in Cambogia per il vertice dell'Asean e a breve in Indonesia per il G20, esce rafforzato dal voto. Sta a lui, ora, dare le carte in vista della nomination democratica per la sfida presidenziale del 2024. Potrà decidere di ripresentarsi per un secondo mandato o di passare la mano a una nuova generazione di candidati.

Chi esce sconfitto dal voto di midterm è invece Donald Trump. Molti suoi candidati hanno avuto un risultato deludente, mentre il suo grande rivale all'interno del Partito repubblicano, il governatore della Florida Ron DeSantis, è uscito trionfante dal voto. L'ex presidente prima delle elezioni aveva annunciato che il 15 novembre avrebbe sciolto la riserva sulla sua nuova candidatura per la Casa Bianca. Più che tra Democratici e Repubblicani, il vero scontro politico delle prossime settimane e mesi sarà all'interno del partito di Trump. Il tycoon  appare ora indebolito, di fronte all'ala moderata dei repubblicani, che vorrebbero lasciarsi il trumpismo alle spalle e inaugurare una nuova stagione politica.  Ma Trump non sembra disposto a farsi da parte.

La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)

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