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USA: sospesi totalmente gli aiuti militari all'Ucraina. Kiev pronta a firmare l'accordo sulle terre rare

Dopo la “rissa” allo Studio Ovale, continua a scuotere l'Europa il nuovo corso statunitense. Von der Leyen presenta un piano di riarmo continentale da 800 miliardi

4 mar 2025

Che Trump potesse essere consequenziale - dopo il confronto choc con Zelensky alla Casa Bianca – era in fondo prevedibile. Ma colpiscono tempistiche e modalità. Gelata, oggi, Kiev, dalla notizia della sospensione di tutti gli aiuti militari americani, anche quelli in transito. “Peggio di Monaco '38”, ha dichiarato un esponente della leadership ucraina. Un segno dei tempi, prese di posizione così dirompenti; ogni residuo di etichetta diplomatica è ormai un ricordo, del resto, dopo l'insediamento a Washington della nuova Amministrazione. Secondo i media la ripresa degli aiuti sarebbe condizionata dalla verifica della “buona fede dell'impegno di Kiev verso la pace”. Cambio di paradigma gradito a Mosca; apparentemente ormai in sintonia con la Casa Bianca.

Kiev dal canto suo cerca alternative per l'approvvigionamento di materiale bellico. Un deputato ucraino ha parlato di un margine di sicurezza di circa 6 mesi dopo lo stop. Ma la situazione, evidentemente, è critica. E non pare un caso l'uscita del Primo Ministro Shmygal; ha dichiarato come il Paese sia pronto a firmare “in ogni momento” l'accordo sulle terre rare. Dall'altra parte i progetti di riarmo – non si sa ancora quanto condivisi dalle opinioni pubbliche dei vari Paesi – elaborati dalla leadership di Bruxelles.

Von der Leyen ha presentato un piano da 800 miliardi in 5 punti; proponendo in questo caso l'attivazione delle clausole nazionali di salvaguardia del Patto di Stabilità. Smentita intanto da Parigi la notizia di un accordo fra le cancellerie per il sequestro di oltre 200 miliardi di euro di beni russi congelati. Tutto ciò in attesa del discorso di Trump di questa sera al Congresso, con il possibile annuncio di dazi che potrebbero deprimere ulteriormente l'export europeo. Colpo già incassato, invece, da Messico e Canada; imposte tariffe del 25% sulle merci. Gli USA lamentano infatti una mancanza di progressi nella lotta al traffico della droga. Ed è ormai piena guerra commerciale tra Washington e Pechino; che all'aumento dei dazi ha risposto con misure speculari per colpire l'agroalimentare americano.





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