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1° Ottobre: il discorso del Nunzio Apostolico

1 ott 2007
Il discorso del Nunzio Apostolico
Il discorso del Nunzio Apostolico
Lo scorso 1° aprile, eravamo alla vigilia di un evento partico-larmente significativo per la vostra Repubblica, mentre volgeva al termine il semestre di Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Alla luce della solenne affermazione del Programma, secondo la quale “diritti e libertà devono essere resi sostanziali e messi in pratica nella vita di tutti i giorni” e che “il pieno ed efficace rispetto delle libertà e dei diritti umani è possibile solo se si crea una cultura di valori europei come patrimonio comune di tutti gli individui”, erano già state realizzate importanti iniziative nel campo del dialogo interculturale e interreligioso, come le diverse campagne contro la violenza nei confronti delle donne, per i diritti dell’uomo e la partecipazione, quella a vantaggio dei bambini, fino al Concorso per un’opera d’arte scultorea.
Senza alcun dubbio, tuttavia, l’iniziativa più emblematica, in rapporto alla prima delle priorità enunciate nel programma del semestre, è stata – alla fine dell’aprile scorso – la Conferenza europea su “La dimensione religiosa del dialogo interculturale”, con l’intento di voler contribuire alla costruzione della pace fondata sulla giustizia e la cooperazione internazionale. Questi elementi, come è stato illustrato nel programma, sono anche vitali per la salvaguardia della società e della civiltà europea, entrambi improntate sui valori morali e spirituali alla base degli ideali del nostro Continente.
La promozione del dialogo fra culture e religioni è l’espressione concreta del sostegno a tali valori e, inoltre, può offrire un contributo consistente alla causa della pace, nella misura in cui favorisce la comprensione ed il rispetto reciproci e rafforza l’accettazione dei diritti umani fondamentali, in particolare quello alla libertà religiosa, mentre emargina ogni forma di fanatismo.
D’altra parte, tutti noi siamo ben convinti di quanto, la promozione del dialogo, possa essere un mezzo efficace per raggiungere e consolidare la pace, che si costruisce quando si ha per tutti gli uomini un’amicizia sincera, che non si lascia ingannare da schemi ideologici, strumentalizzazioni politiche, interessi economici. Questo stile di rapporti interpersonali e comunitari, rende rispettosi verso le differenze, le concezioni, i costumi, le istituzioni proprie di ogni tradizione culturale e religiosa, purché siano compatibili con i valori universali, rifuggendo sia dall’indifferenza che tutto relativizza, sia dalla assimilazione forzata del diverso. In questo, è di felice auspicio la lunga e gloriosa tradizione di apertura e di cooperazione della Repubblica di San Marino verso gli altri popoli, come lo dimostrano le relazioni ufficiali, che essa intrattiene ormai con più di cento Paesi.
Mi è grato assicurare gli Ecc.mi Capitani Reggenti ed il Popolo Sanmarinese che il Corpo Diplomatico segue con interesse e compiacimento la riflessione su questi temi e queste iniziative per la causa comune della pace e dell’intesa tra i popoli. Per parte nostra, non mancheremo di dare la dovuta attenzione alla prossima presentazione del Libro Bianco sul dialogo interculturale – frutto di un ampio processo di consultazione – e ci auguriamo che sia una di quelle “buone pratiche” per una maggiore comprensione ed accettazione reciproca, com’è indicato nella Dichiarazione Finale della Conferenza.
In questo senso si può pensare che il nuovo semestre sammarinese, raccogliendo i frutti di quanto è stato fatto nei mesi scorsi, potrà dar vita ad ulteriori iniziative, i cui effetti si espanderanno ben al di là dei confini della Repubblica e costituiranno un valido contributo alla riflessione e all’azione non solo del Continente Europeo ma di tutta la Comunità Internazionale. Ne è un esempio, la proposta di tenere degli incontri annuali proprio sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale.
Il semestre di Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa è stato certamente un valido apporto alla costruzione della “casa Europa”, come l’ha definita pochi giorni or sono il papa Benedetto XVI, per il quale il modello di vita europeo deve abbracciare un ordine sociale che collega efficacia economica con giustizia sociale, pluralità politica con tolleranza, liberalità ed apertura” insieme alla conservazione di valori che a questo Continente danno la sua posizione particolare (Vienna, 7.9.2007).
Ecc.mi Capitani Reggenti, Signor Segretario di Stato per gli Affari Esteri,
Signore e Signori, nel rinnovare agli Ecc.mi Capitani Reggenti, a nome dei Membri del Corpo Diplomatico e Consolare, gli auguri cordiali e sinceri delle Autorità e dei Popoli, che rappresentiamo, formuliamo l’auspicio, che sotto il loro mandato la Repubblica di San Marino possa continuare a progredire e rafforzare la sua storia di libertà, sviluppo ed affermazione di quei profondi valori, che l’hanno resa gloriosa nei secoli.

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