
“San Marino e Andorra sono spesso trattati come microstati ma sono vere e proprie nazioni che hanno dovere e dignità di essere trattati come tali”. Le parole pronunciate ieri al Parlamento Europeo dall'europarlamentare di Fratelli d'Italia Stefano Cavedagna, “relatore ombra” del testo dell'Accordo UE, testimoniano l'impegno verso quella che rappresenta, per il Titano, la sfida più grande: la firma che metterà la parola fine al lungo percorso di associazione.
Proprio in questi giorni a Bruxelles si sta lavorando al rapporto sull'Accordo, con il supporto di chi, come Cavedagna, ha presentato emendamenti su punti chiave. Sul commercio transfrontaliero, ad esempio, chiede di “garantire trasparenza ed equità” ai due Stati che, per le loro ridotte dimensioni, hanno necessità di “essere tutelati e non invasi da prodotti ed aziende come accade secondo le quattro libertà dell'acquis communautaire”.
Mentre, sul fronte economico e finanziario, guarda a "coordinamento e sorveglianza" per garantire piena associazione al mercato comune. Dunque, procede l'iter dell'Accordo di associazione: “Le richieste che abbiamo fatto – afferma Cavedagna - sono molto chiare da integrare all'interno di questo accordo. La prima, quella di trattare San Marino non come un microstato ma come un paese, una nazione che ha una storia millenaria e che deve avere la sua giusta tutela e dignità. Ancora di più una giusta tutela di quelle che sono le sue esigenze economiche, perché se venissero applicati gli accordi tali e quali a quelli degli altri paesi europei si rischierebbe letteralmente un'invasione e uno scompenso per quella che è la capacità produttiva di San Marino. Quindi giuste quote sia per coloro che vogliono stabilirsi sul territorio che anche dal punto di vista economico. Ultimo anche se non ultimo, una scelta fondamentale: andare tutti in una stessa direzione dal punto di vista finanziario ma cercando di tutelare quelle che sono le tipicità della Repubblica. A questi accordi, secondo queste direttrici, siamo convinti che possa essere una risorsa per San Marino, così come per l'Italia e per il resto dell'Europa”.