Addio mondiale di motocross: il nuovo governo annulla la decisione presa dall'esecutivo precedente

San Marino fa marcia indietro sulla prova del mondiale di motocross che avrebbe dovuto svolgersi alla Baldasserona nel 2018. Lo hanno annunciato i Segretari di Stato allo Sport Marco Podeschi e al Territorio Augusto Michelotti: il rapporto costi benefici – hanno detto - era sfavorevole.

Meglio pagare i 30mila euro di penale per il recesso dal contratto e rinunciare all'evento piuttosto che pagarne 300mila euro all'anno, per tre anni, piu' altri 2 milioni circa per adeguare il crossodromo agli standard necessari per una prova mondiale. Secondo i Segretari di Stato Michelotti e Podeschi il gioco non valeva la candela perchè gli introiti potenziali dell'evento non avrebbero coperto le spese da sostenere. Il Segretario Podeschi sottolinea inoltre che il Congresso di Stato precedente ha adottato la delibera per il mondiale di motocross il 22 agosto quando era già chiaro che a breve ci sarebbero state le elezioni e quindi un nuovo governo a dover gestire il tutto. In quella stessa seduta – rimarcano Podeschi e Michelotti – oltre 150 le delibere adottate e comunque anche altri impegni di spesa, presi dal precedente Governo, potrebbero essere rivisti. Non quello sulla prova della Motogp che invece resta confermato con l'obiettivo di una maggiore ricaduta diretta, in territorio sammarinese. La prova del mondiale di motocross, invece, dicono i due Segretari di Stato, era stata una scelta azzardata e quindi si fa marcia indietro.
L'ex Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, che aveva fortemente voluto il mondiale di motocross, preannuncia per domani una conferenza stampa in cui ribatterà alle affermazioni di Michelotti e Podeschi. Ma anticipa che “Non ha mai sentito tante inesattezze nel giustificare una scelta così poco ponderata e sommaria”. “Ha tutto il sapore del livore – prosegue Lonfernini – nei confronti dell'avversario politico. E' stato sottovalutato un evento che avrebbe portato benefici per i prossimi cinque anni. E' il segno che il paese è governato ancora col freno a mano, perchè lavorare ai grandi progetti comporta fatica e impegno che, molte volte, non vedo”.

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