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Alleanze: come si muove, per ora, la politica

di Monica Fabbri
7 ott 2019
la cronaca politica
la cronaca politica

Sono settimane calde sul fronte delle alleanze. Entro il 29 ottobre dovranno essere depositate liste e coalizioni e per partiti e movimenti è tempo di decidere come presentarsi all'appuntamento elettorale. Se Rete, prima degli altri, ha mostrato le proprie carte presentando la Coalizione Domani in Movimento con Motus Liberi, in generale regna l'incertezza. In Libera, ad esempio, non tutti hanno sciolto le riserve. Lo ha fatto Civico10, che annuncia di lavorare ad una lista unica, puntando alla credibilità dei candidati e ad un programma incentrato su politica estera, riforme e turismo. Ribadisce compattezza: l'unico ad uscire – dice – è Andrea Zafferani. Anche Res è per la lista unica, via maestra – spiega Dalibor Riccardi – “per un percorso il più possibile inclusivo”.
Chi invece non ha ancora deciso è SSD, divisa fra chi vuole la lista unica e chi spinge per la coalizione. Dinamiche interne che incidono su possibili future alleanze. Mdsi, che ieri ha perso Emanuele Santi e Augusto Gasperoni, guarda a Libera, ma “solo se ci sarà chiarezza sulle responsabilità del passato. Se non ci saranno posizioni nette di distanza da Celli e compagni – spiega Federico Pedini Amati – il percorso non ci interessa”.
Ps e Psd hanno le idee chiare e si presenteranno come lista unica. E nelle valutazioni su eventuali alleanze, accarezzano l'idea di correre da soli. Elego - a tutti gli effetti movimento politico – “sta lavorando ad una coalizione forte, dove ritagliarsi un suo ruolo”, rivela il portavoce Francesco Morganti. Ha avviato una serie di incontri “senza preclusioni” e non teme lo sbarramento. “Siamo fiduciosi” – spiega Morganti – “la risposta c'è”.
Sulla Dc infuria il gossip ma al netto delle voci, il partito non ha ancora deciso come presentarsi. “Al momento siamo da soli – dice il segretario Gian Carlo Venturini – poi valuteremo con chi aprire un ragionamento”. Intanto, questa sera, il Consiglio Centrale discuterà di programma e delle nomine dei candidati nelle sezioni. Poi c'è Repubblica Futura, oggetto – in questi mesi - di attacchi incrociati. “Non ci sentiamo isolati” – chiarisce Roberto Giorgetti, il cui partito sta seguendo l'evoluzione di questa fase finale che definisce “molto confusa”, anche se – aggiunge – non fare parte del caos è tutto sommato un vantaggio”. La politica, di nuovo divisa sul tema giustizia, cerca punti d'incontro al tavolo istituzionale.
Oggi c'è stato un nuovo confronto sul Bilancio di Previsione. Mettere d'accordo tante teste non è affatto facile. E' la sfida – come è stato ripetuto spesso – della responsabilità.


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