Un “passo importante” per giungere ad una pace giusta e durevole in Medio Oriente, "il futuro della regione è nelle vostre mani”. Così il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha dato il benvenuto al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e al leader dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, per l’inizio dei colloqui di pace a Washington, i primi dopo quasi due anni.
I leader hanno riconosciuto che per fermare la guerra serviranno passi avanti da entrambe le parti. Le richieste sul tavolo sono chiare: per arrivare a una tregua stabile l’Anp vuole la fine dell’embargo contro la Striscia di Gaza e l’impegno israeliano a porre fine alla costruzione degli insediamenti in Cisgiordania; Netanyahu ha parlato invece di riconoscimento reciproco dei due Stati e di “sicurezza” come elemento imprescindibile per un accordo. “Dovete riconoscere lo Stato di Israele come stato del popolo ebraico, come noi il vostro”.
I leader hanno riconosciuto che per fermare la guerra serviranno passi avanti da entrambe le parti. Le richieste sul tavolo sono chiare: per arrivare a una tregua stabile l’Anp vuole la fine dell’embargo contro la Striscia di Gaza e l’impegno israeliano a porre fine alla costruzione degli insediamenti in Cisgiordania; Netanyahu ha parlato invece di riconoscimento reciproco dei due Stati e di “sicurezza” come elemento imprescindibile per un accordo. “Dovete riconoscere lo Stato di Israele come stato del popolo ebraico, come noi il vostro”.
Riproduzione riservata ©