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Approvati all'unanimità gli accordi italo-sammarinesi. La Mularoni non risponde alle polemiche: "Sarà la storia a parlare"

21 giu 2012
In Consiglio la ratifica degli accordi con l'Italia. Si guarda al futuro e le voci più critiche arrivano dalla maggioranzaApprovati all'unanimità gli accordi italo-sammarinesi. La Mularoni non risponde alle polemiche
Approvati all'unanimità gli accordi italo-sammarinesi. La Mularoni non risponde alle polemiche - -
22.00 - Non entra nelle polemiche Antonella Mularoni. “Non voglio turbare un clima di gioia e di soddisfazione che condividiamo con l' intero Paese”, dice il Segretario agli Esteri concludendo il dibattito sulla firma degli accordi italo-sammarinesi. Posso dire con tranquillità, premette, che io e il governo abbiamo lavorato nell’esclusivo interesse del Paese, senza risparmiarci mai. Se errori sono stati fatti, aggiunge, sarà la storia a dirlo. E’ difficile comprendere, spiega, per chi non si è trovato con noi a gestire situazioni molto faticose. A volte, confessa, pensato che il Paese non ce l’avrebbe fatta. Il Segretario agli esteri racconta situazioni molto pesanti. I poteri che in Italia hanno peso, dice, non credevano che San Marino avrebbe cambiato strada e immaginavano una fine ingloriosa. Insomma, in più di una situazione sono emerse tentazioni di protettorato. Se oggi, dice, si plaude a una firma finalmente arrivata, è perché questa maggioranza ha sostenuto con determinazione e fatica il governo nel suo percorso. Abbiamo rivoluzionato il Paese, rivoltandolo come un calzino. Se in passato, sottolinea, ci fosse stata uguale consapevolezza nelle forze politiche rispetto ai problemi da superare, senza nascondere la testa sotto la sabbia, le difficoltà si sarebbero risolte prima. Poi Antonella Mularoni estende il ringraziamento a tutta l’Aula e a quei sammarinesi che hanno continuato a credere che la firma sarebbe arrivata. Si chiude con l’approvazione unanime degli accordi e un applauso, un dibattito che ha registrato la soddisfazione bipartisan per l'intesa raggiunta con l’Italia, ma che aveva ascoltato nelle fila della maggioranza alcune voci critiche, segno di rapporti non facili all’interno del Patto. Prima l’amarezza manifestata dal Segretario di Stato all’industria dopo le critiche di Ap, poi le nuove critiche lanciate da Gabriele Gatti della Dc. Questo firma, ha detto, non arriva in modo utile. Spetta all’Ocse sdoganare San Marino. Valutazioni condivisibili ma non credibili, gli dice Enzo Colombini di Sinistra Unita. Clima singolare, commenta Giovanni Lonfernini dell’Upr, anche se, sottolinea, tra rimbrotti, reprimende e qualche comunicato fuori luogo, è stata riconosciuta la validità di questo risultato.

19.16 - Soddisfazione bipartisan per la firma dell’accordo con l’Italia. Ma mentre l’opposizione invita a guardare avanti e rivendica un percorso, come quello della legge antiriciclaggio, dell’Aif e del Clo iniziato nella precedente legislatura, è dalle fila della maggioranza che si sono ascoltate le voci più critiche. E tutte danno il segno di rapporti non facili all’interno del Patto. Non nasconde l’amarezza il Segretario di Stato all’industria che ripercorre il lavoro fatto per arrivare alla firma e definisce quello di AP un attacco personale non intelligente. Se ci sono stati fraintendimenti – sottolinea Marco Arzilli - i modi di chiarirsi sono altri. Il segretario della dc prende le distanze dalle dichiarazioni di Gabriele Gatti. Il Paese è nel baratro? chiede Marco Gatti. Chi fa queste analisi è cieco e non guarda oltreconfine. Il modello macroeconomico è stato scelto. Vanno reimpostate alcune politiche partendo ad esempio dal territorio per sviluppare commercio e turismo. E mentre il Segretario al lavoro chiede di recuperare efficacia e dare velocità all’azione di governo senza abbassare la guardia, Gabriele Gatti chiede le ragioni del black out nato dopo che Tremonti aveva autorizzato la firma dell’accordo di cooperazione, di quello finanziario e dopo che era stato parafato l’accordo contro le doppie imposizioni. Sicuramente, dice, ci sono stati problemi legati allo scudo fiscale e alla vicenda Delta-Cassa di Risparmio. Altri problemi Gatti li collega a quelle che definisce “le peregrinazioni di nostri personaggi a Roma accompagnati da persone coinvolte nell’inchiesta Criminal Minds” tirando in ballo il Presidente della commissione finanze. In tutto questo, afferma, è caduta anche il Segretario agli esteri alla quale dice: “la buonafede non basta bisogna essere anche capaci di fare le cose”. Questo firma, conclude, non arriva in modo utile. Spetta all’Ocse sdoganare San Marino. Bisogna lavorare per la ratifica, per la white list, per l’accordo tra le due banche centrali senza denigrarci reciprocamente, dice, e smettendola di raccontare bugie ai sammarinesi. La prima risposta arriva dall’opposizione. Valutazioni condivisibili ma non credibili, dice Enzo Colombini di Sinistra Unita. Gabriele Gatti faceva il gioco delle tre carte con il ministro Andreatta, ha gestito l’affaire Delta-Carisp-Sopaf e ha impersonificato il sistema di potere degli anni 80-90. Serve una operazione verità sugli ultimi 20 anni, conclude, altrimenti Gatti è legittimato a dire quel che vuole.
Interviene, di sponda, anche il Segretario alla sanità. L’economia sammarinese ha sofferto ma può ripartire, dice Claudio Podeschi.
Nessuno può sostenere che i problemi tra i due Paesi non erano nei rapporti politici. Con il governo tecnico tutto è ripartito e siamo arrivati alla firma. Clima singolare, commenta Giovanni Lonfernini dell’Upr, anche se, sottolinea, tra rimbrotti, reprimende e qualche comunicato fuori luogo, è stata riconosciuta la validità di questo risultato.

Sonia Tura

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