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Arengo e Libertà, Berardi-Ottaviani: "Siamo pronti a rispondere a tutti"

11 set 2008
Berardi - Ottaviani
Berardi - Ottaviani
“Non nasciamo contro qualcuno ma per fare qualcosa”. Si presenta subito Arengo e Libertà, la forza politica nata dalla scissione di Nadia Ottaviani e Fabio Berardi dal Partito dei Socialisti e dei Democratici. “Uno strappo che riassumo nella mancanza di rispetto per la loro linea politica, il mancato riconoscimento di una dignità. Quel governo dei 31 – dicono – non l’abbiamo mai condiviso già negli organismi interni. Quello che parte oggi – spiegano – è un progetto in prospettiva, alla ricerca di un diverso modo di fare politica, nel tentativo di rifondarla”.
A chi gli ricorda le osservazioni sui poteri forti replicano invitando chi ha rilievi da fare ad uscire allo scoperto, a portare i fatti: “siamo pronti – dichiarano – a rispondere a tutti”.
Poi una riflessione, i poteri forti ci sono e fra questi includono sindacati e organizzazioni di categoria, ma “sono forti – affermano – quando la politica è debole”.
Nella scelta del nome rivelano i richiami ad un momento di svolta determinante nella vita del Paese: quell’Arengo del 1906 che ha determinato un cambiamento radicale nella politica, che si è liberata dell’oligarchia. E il parallelo con oggi, a loro giudizio, è più che mai azzeccato. “Anche oggi – affermano – la nuova legge elettorale cambia radicalmente la politica, anche oggi c’è una stretta oligarchia di leader che decide sulla testa degli altri”.
Con i Circoli delle Libertà della signora Brambilla hanno preso contatto e la considerano un’esperienza da tenere in considerazione, un modello da importare, per vivere la politica a stretto contatto con la gente comune. “La nostra forza – spiega Fabio Berardi – sono i giovani, chi si avvicina per la prima volta alla politica”, e i tre che insieme a loro formano la rosa dei candidati, li rappresentano. Spiegano il loro impegno con la voglia di fare, primo fra tutti Germano Bollini, per anni impegnato nello sport sammarinese, che dichiara di guardare proprio ai progetti futuri. “Quella che si apre – concludono – è una fase intermedia della politica, che deve portare a nuove forme di aggregazione che ancora più marcatamente possano dare il segno del cambiamento”.

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