In Aula è polemica sulla scelta della maggioranza di non discutere le dimissioni di Grais

In Aula è polemica sulla scelta della maggioranza di non discutere le dimissioni di Grais.
L'uscita di scena di Grais, per quanto annunciata, entra di prepotenza in questo Consiglio tutto dedicato a Banca Centrale: dal gradimento del Direttore Generale Raffaele Capuano, alla nomina di 4 membri del Consiglio Direttivo. Il Segretario alle finanze torna ad apprezzare la scelta di Grais di gestire con equilibrio questa fase di transizione – le sue dimissioni infatti saranno efficaci dal 1 novembre - e assicura che, per il prossimo Presidente cercherà un consenso politico trasversale. Un auspicio che diventa una necessità se si guarda alla storia dell'istituto di via del Voltone. Nata nel 2005, in meno di 12 anni, Banca Centrale arriverà – con il prossimo – a contare 6 Presidenti. Nessuno di loro ha concluso il mandato. Ma non c'è accordo all'interno dell'Ufficio di presidenza - a cui la Reggenza ha comunicato la lettera di dimissioni di dimissioni di Grais – per discuterle già in questo Consiglio così diventa il protagonista del comma comunicazioni. La Dc solleva un problema politico e istituzionale. Per statuto, dice Pasquale Valentini, il dg è emanazione di un presidente e di un consiglio direttivo che gode della fiducia del governo. E' importante sapere le motivazioni per cui Grais si è dimesso, spiega. Diventa estremamente rilevante sul gradimento del direttore per capire se rappresenta un elemento di continuità. E sempre Valentini dice che sono state ritirate le dimissioni irrevocabili del vice presidente Silvia Cecchetti su richiesta dello stesso Grais. Lo vengo a sapere adesso, commenta il capogruppo di Rete, ed è irrituale. Era necessario saperlo, aggiunge, dal momento che si tratta di un membro che dovrebbe essre nominato dall'opposizione. E' stato un partito della maggioranza, aggiunge, a non volere inserire le dimissioni di Grais come proposto dai Capi di Stato. E Ciavatta rileva, nella sua gravità, che la maggioranza ha smentito la richiesta della Reggenza. Su Grais e sulla sua presidenza, rimarca, si apre un problema politico. O facciamo squadra come Paese dice, tornando a chiedere le dimissioni di Celli, o di qui non ne uscite. Diventiamo ridicoli, aggiunge Teodoro Lonfernini. "D'ora in poi parliamo di Banca Centrale in seduta segreta". Il buonsenso avrebbe dovuto portare a un altro tipo di scelta, commenta Alessandro Mancini definendo l'ufficio di presidenza “mezz'ora di ordinaria follia”. Della maggioranza, commenta, oggi è uscita una fotografia a molti colori mentre il Paese affonda. Il capogruppo di Repubblica Futura ricorda che a caratterizzare le scelte della maggioranza sul sistema bancario e finanziario è stata l'urgenza, soprattutto per le scelte non fatte negli anni. E' certamente anomalo convocare 3 settimane di Consiglio ma è molto urgente che Banca Centrale torni operativa nei suoi ruoli istituzionali. Il Paese, ripete Giorgetti, non può permettersi rinvii. Su Grais afferma che l'elemento importante è prendere atto a livello politico delle sue dimissioni per poi formalizzarle più avanti. E' più importante trovare un terreno comune sulla nomina del suo sostituto.
Sonia Tura

L'ADDIO DI GRAIS SUL SITO BCSM: "DIVERSA VISIONE SUL PERCORSO DA INTRAPRENDERE"
“Una visione personale diversa rispetto al percorso da intraprendere per la tutela del sistema finanziario della Repubblica di San Marino e della Banca Centrale”. E’ Wafik Grais a firmare la lettera pubblicata oggi sul sito di Banca Centrale per motivare le sue dimissioni. In evidenza, lo scollamento rispetto al mandato e al progetto del quale era stato investito, non senza un monito: “Misure e azioni recentemente adottate - scrive - potrebbero pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi definiti dal Consiglio Grande e Generale al momento del conferimento del mio incarico e confermati successivamente”.
Poi i ringraziamenti, in primo luogo alla Reggenza, per la fiducia rinnovata nei suoi confronti; rispetto e sostegno al lavoro dei colleghi in Banca Centrale; ringraziamenti, ancora, a tutte le forze politiche “anche se vi erano e vi sono visioni e opinioni diverse sulle più appropriate azioni da intraprendere”, con l'augurio – scrive – “che possano superare differenze talvolta futili o non basate su elementi fattuali, cooperando nel superiore interesse del Paese in questo momento di sfida". Non manca di rivolgersi ai sammarinesi, ringraziando “per le frequenti dimostrazioni di affetto e sostegno, a me e a mia moglie, con una parola gentile e un sorriso sincero”.

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