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L'Aula si scontra su politica estera e voto di scambio

13 mag 2014
L'Aula si scontra su politica estera e voto di scambio
L'Aula si scontra su politica estera e voto di scambio
Politica estera e giustizia protagoniste del comma comunicazioni. L’opposizione, con la sola eccezione di Rete, presenta un ordine del giorno per chiedere all’Aula di riconfermare l’impegno della Repubblica per la promozione della dimensione religiosa del dialogo interculturale. Nel mirino le dichiarazioni del Segretario agli esteri al Consiglio d’Europa. Quando Valentini parla, accusa la minoranza, non rappresenta solo se stesso e il suo credo religioso ma l’intero popolo sammarinese. Ha espresso una posizione in rotta di collisione con la nostra storia e la nostra politica estera, afferma il segretario socialista Simone Celli. Sembrava di tornare ai tempi di Buttiglione, ironizza Roberto Ciavatta di Rete chiedendosi come l’avrà presa il psd. Le stesse cose, replica il capogruppo della dc, sono state dette con più forza da Umberto Eco e dal candidato socialista all’Unione Europea Shulz. Del discorso di Valentini Gerardo Giovagnoli del psd ritiene interessante approfondire i temi relativi alle radici e al senso dell’Europa però afferma l’esigenza che ha la Repubblica di evidenziare una posizione di distacco dalle posizioni più belligeranti. Il problema, ripete Marco Podeschi dell’Upr, è che in quella sede non si dovevano fare queste considerazioni. Valentini, commenta il coordinatore di Ap, avrebbe fatto una gaffes se non avesse detto quello che ha detto. Non accetto il principio, sottolinea Nicola Renzi, per cui per riconoscere gli altri uno deve rinnegare se stesso. Ma è stata soprattutto l’intervista rilasciata da Giuseppe Roberti a “L’informazione”, a scaldare il dibattito. Adesso abbiamo la certezza di soldi usati per il voto di scambio, puntualizza Roberto Ciavatta di Rete augurandosi che le sue due denunce presentate in gendarmeria vengano riprese in mano. “Il fenomeno di Montefiore”, commenta Gian Nicola Berti, un paio di giorni prima del Consiglio ci dice che faceva voto di scambio ma non sapeva neppure fosse reato. Quella di Roberti, sottolinea il consigliere di Noi Sammarinesi, è una confessione. I soldi non finivano nelle mani dei partiti, erano favori di imprenditori ai politici. Berti torna anche sulla Commissione di inchiesta legata a Cassa di Risparmio e sull’arresto dei fratelli Magnoni. Cassa e Sopaf, ricorda, redigono un atto di transazione su cui molti favoleggiano l’esistenza di una tangente. E’ però interessante sapere, aggiunge, che forse questa operazione si poteva evitare se la Cassazione di Bologna avesse comunicato a Cassa di Risparmio di aver vinto il contenzioso contro i Magnoni. Ma è del capogruppo di Ap l’intervento più duro. Mario Venturini ripercorre tutte le denunce sul voto di scambio presentate negli anni dal suo Movimento e regolarmente archiviate dalla magistratura. Le dichiarazioni clamorose raccolte da “L’informazione”, dice, non vengono raccolte da nessuno perché qui dentro non fa comodo. Mi aspettavano interventi dall’opposizione e anche qualche intervento della maggioranza perché quelli di oggi non sono gli stessi partiti di un tempo e devono sforzarsi di analizzare il recente passato. Analisi simile arriva da Denise Bronzetti: provo stupore quando davanti ad affermazioni così grandi i partiti che si sentono citati non hanno nemmeno un moto d’orgoglio per rispondere. E se Matteo Zeppa di Rete sottolinea l’atteggiamento omertoso della popolazione sammarinese, Massimo Cenci di Noi Sammarinesi si dice preoccupato dal vedere che “persone facenti parte di quel sistema oggi le ritroviamo in prima fila nella lotta per la moralità” mentre il socialista Federico Pedini Amati afferma che questo non è il Paese in cui vuole vivere. Negli ultimi 15 anni, accusa, non ci sono state inchieste capaci di andare fino in fondo e alcuni giornali, comprati dai politici di grido, pubblicano quello che gli pare. E per Pedini Amati il tribunale, alla pari della politica, ha delle responsabilità. Una analisi che solleva la calorosa reazione del capogruppo del psd. Questo non è il Paese delle banane, dice Stefano Macina. Smettiamola di essere i primi a non riconoscere che forse la strada giusta l’abbiamo imboccata e che cominciamo ad avere riconoscimenti internazionali come, ad esempio, il Moneyval che sceglie San Marino per il proprio convegno. Adesso, sottolinea Augusto Michelotti, abbiamo prove oggettive. Roberti afferma l’esistenza del voto di cambio. Tutti lo sapevamo ma quando al giudice sono state portate le interviste alle persone comprate per venire a votare, è stata archiviata la pratica. Il segretario della dc critica la mancanza di rispetto verso il lavoro del Tribunale. Non è silenzio il nostro, è non volere fare pressioni, sottolinea Marco Gatti. Quello che ha detto Venturini, aggiunge, è molto vero: i partiti sono cambiati. E la dc è cambiata non per pressioni giudiziarie ma perché al suo interno c’è stato un dibattito forte e una nuova classe politica si è fatta avanti. Roberti, afferma Gatti, fa le chiacchiere da bar. Sono interventi che tolgono dignità alla politica.

Sonia Tura

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