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Bilanci partiti 2015: i più ricchi e i più poveri

7 lug 2017
Palazzo PubblicoBilanci partiti 2015: i più ricchi e i più poveri
Bilanci partiti 2015: i più ricchi e i più poveri - Pubblicata la relazione del collegio per la revisione dei bilanci di partiti e movimenti, relativi a...
La prima evidenza è quella di un panorama politico profondamente mutato, in appena due anni: partiti che non ci sono più e nuove formazioni, tra scissioni e fusioni.
Dai dati, al 2015, era Alleanza Popolare a segnalare lo stato patrimoniale più alto: oltre 276mila euro (276.696,82), ben più del doppio rispetto al PDCS (117.054).
Spicca Sinistra Unita, con una consistenza del patrimonio per oltre 150mila euro. A fronte invece, guardando al rapporti fra costi e ricavi, di perdite per oltre 28mila euro (28.592). Primato per utile di esercizio (è il rapporto tra costi e incassi) che va al PSD con oltre 70mila euro. A Via delle Scalette invece il record di spesa - vicino ai 390mila euro (389559) – compensato dall'essere al top per i ricavi, con incassi che superano i 426mila euro (426.050).
Un panorama politico cambiato – si diceva – mentre non cambiano i rilievi mossi dal Collegio dei Revisori: auspica l'aggiornamento del quadro normativo sul finanziamento ai partiti; chiede maggiore chiarezza e prescrizioni più puntuali alle eventuali violazioni. Su tutto, reitera, come già fatto nelle precedenti relazioni, la necessità di normare aspetti che la legge non contempla. Diversi i casi: dai partiti che abbiano cessato la propria attività per una nuova realtà politica senza che le precedenti risorse patrimoniali vadano a costituire il patrimonio della nuova formazione. Ancora, regole per i partiti che cessino la loro attività disponendo di un patrimonio residuo. Come anche il casi dei consiglieri indipendenti con contributo personale: tutti hanno risposto fornendo dati di bilancio, a fronte di una legge che non prescrive per loro alcun obbligo sulla tenuta di contabilità e presentazione dei bilanci.

AS

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