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Bilancio: in aula l'articolato, riflettori sugli enti pubblici

17 dic 2018
aula consiliare
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Riprende il Consiglio del bilancio che impegnerà l'Aula giorno e notte, fino a venerdì. Dopo le tensioni della scorsa settimana, in concomitanza con lo sciopero generale, il clima è tranquillo. La maggioranza ha chiesto prima dell'inizio dei lavori un incontro all'opposizione che però ha risposto picche giudicando il confronto tardivo, pura "cortesia istituzionale".

La risposta di Adesso.sm non tarda ad arrivare: il rifiuto non ha motivazioni se non di mera strumentalizzazione politica. "Siamo rimasti colpiti dal fatto che anche le forze più responsabili lo abbiano declinato".

“Giunti all'esame dell'articolato – hanno spiegato Ps e Psd in una mail - più giusto confrontarsi in aula”. Critiche anche da Dim ai numerosi emendamenti del Governo che stravolgono il testo presentato in prima lettura. Sotto accusa ancora una volta un metodo definito “irrispettoso” e proposte presentate all'ultimo minuto, come la tassazione dei capitali detenuti all'estero. Su questo provvedimento, in particolare, è in corso una riflessione in maggioranza. Si ragiona su un decreto delegato – ci spiegano fonti di Adesso.sm – che preveda la salvaguardia dei conti correnti più bassi, polizze vita e assicurative.

Nel frattempo si riparte dall'articolo 2, vale a dire il Bilancio previsionale dell’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici. Iro Belluzzi rimarca la riduzione rispetto al bilancio dell'anno scorso degli investimenti mentre rimangono cristallizzate le spese correnti nonostante la diminuzione del numero dei dipendenti.
E' il terzo esercizio finanziario in cui i stanziamenti diminuiscono – rincarano Matteo Zeppa e Stefano Canti, che chiedono lumi sulla volontà o meno del Governo di subappaltare a privati.
Bocciato, poiché “contrario alle legge contabile dello Stato” l'emendamento della Dc per ridestinare al plesso di dogana i residui che raggiungono un totale di 16 milioni di euro, “ senza appesantire – spiega Stefano Canti – la legge di spesa.

Si passa al bilancio dell'AASS. E' autorizzata, per l’esercizio finanziario 2019, ad utilizzare proprie riserve fino a circa 22 milioni di euro, da destinare a copertura degli investimenti previsti. Viene concordato un emendamento della Dc affinché l'Azienda relazioni alla Commissione sulle opere finanziate. Si accendono poi i riflettori sul trading energetico. Rete si dice preoccupata dalla perdita di esercizio prevista dal 2021 dalla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, per mancanza dell'accordo con l'Italia. La minoranza chiede a che punto sia la negoziazione. “San Marino non è un'isola, il nostro primo interlocutore è l'Italia”, dice Elena Tonnini. Il riferimento va al memorandum con l'Azerbaijan, che – ricorda Nicola Renzi - pone le basi per una collaborazione anche nel campo della fornitura delle energie e la possibilità di usufruire di infrastrutture e forniture qualora siano operative. “Ad oggi l'Azienda non ha intavolato alcuna trattativa su costi od altro”. Solo in futuro verrà valutata una scelta di carattere commerciale dall'AASS “che ci dirà se è meglio status quo o altre possibili soluzioni”. Insomma, è stata aperta una porta che si dovrà decidere se oltrepassare. “Attenzione a chiudere porte e aprirne altre”, avverte Teodoro Lonfernini. Sull'accordo con l'Italia, Marco Podeschi afferma che l'Azienda sta seguendo l'argomento con attenzione. Se il trading dovesse venire a meno o ridursi, c'è forte preoccupazione per gli investimenti di decine di milioni di euro per le telecomunicazioni. Gli utili oggi – ricorda Podeschi – arrivano dal settore dell'energia elettrica, trading energetico e gas metano”. Per Simone Celli “un ente che ha un bilancio che supera i 160 milioni merita un monitoraggio e verifiche più rigorose rispetto a quanto compiuto fino ad oggi”. Rimarca poi centri di costo rilevanti, come le spese per le consulenze “più alte di quelle dell'amministrazione centrale. Mi pare fuori luogo – afferma - quando lo Stato, al contrario, sta cercando di ridurle”. Sul bilancio del Cons l'opposizione evidenzia l'assenza, sul sito, confermata dallo stesso Podeschi, dei bilanci delle singole federazioni come prevede la legge. Poi i riflettori si spostano sull'Iss. Il Congresso di Stato è autorizzato ad erogargli un fondo di dotazione di 71 milioni. La sanità è un nervo scoperto, “diamo senza ricevere”, commenta Francesco Mussoni, che invita a cambiare il paradigma. “Siamo di fronte ad uno stanziamento enorme, l'iss dovrebbe funzionare benissimo e invece c'è una degenerazione”. “Nel caso del bilancio dell'iss – afferma invece Marianna Bucci - sono i diritti ad avere la priorità rispetto al pareggio”. A Denise Bronzetti non spaventa un bilancio in negativo se è per fornire servizi. “Ma così non è. Le maggiori spese non vengono rivolte ai cittadini”. Sono stati trasferiti 71 milioni a fronte dei 74 richiesti, “perché abbiamo valutato che potesse essere adeguato – spiega Franco Santi - e sfidante rispetto a tutta una serie di economicità che il Comitato è tenuto a fare su spese fisse, gare d'appalto e ottimizzazioni dei costi”. Per Pedini Amati il Governo ha messo le mani nei fondi pensione per pareggiare il bilancio dell'Iss. Con questa gestione – dice – intacchiamo il tesoretto frutto della fatica dei lavoratori”.
“Bene hanno fatto i sindaci revisori – dice Giancarlo Capicchioni - a non firmare il consuntivo 2017 perché la trasparenza in questo bilancio dell'Iss lascia molto a desiderare”. Santi però giudica un passo avanti il giudizio, sebbene negativo, rispetto alla non opinion, ossia l'incapacità di esprimere giudizio. “Realizzare economie non deve rappresentare tagli dei servizi – ribadisce Eva Guidi. Il sistema sanitario deve rimanere un pilastro dello Stato sociale”. “Sfido chiunque – aggiunge Zanotti - a dire che sono stati tagliati servizi”.


MF

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