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Botta e risposta sulle votazioni in Aula

5 ago 2008
L'Aula del Consiglio GeG
L'Aula del Consiglio GeG
Di fatto si sono dimostrate sensibilità diverse anche all’interno dei partiti. Quello che ha cancellato le preferenze per gli elettori esteri è un voto trasversale, come dimostra l’esito finale di 33 pareri positivi, arrivati da chi quel documento lo aveva sottoscritto ma anche dai banchi dei partiti maggiori, i più espliciti nel manifestare perplessità.
“L’argomento è importante e delicato – spiega Pasquale Valentini – si dovrà certamente riprendere in un secondo momento”. Il segretario democristiano mette in evidenza come “da qualche tempo provvedimenti che riguardano le regole del gioco vengano portati in aula in un clima rarefatto, in momenti di crisi e con una dialettica alterata e questo – sottolinea – non mi pare proficuo per la democrazia”.
Per l’Unione dei Moderati il dado è tratto e il Rubicone è stato attraversato grazie ad una maggioranza trasversale che si è insinuata tra le costituende coalizioni e che è riuscita a superare lo sbarramento pregiudiziale e ricattatorio dei “signori del voto estero”.
Anche i Democratici di Centro mettono in risalto la natura fortemente trasversale del voto e la posizione dei due più grandi Partiti, più propensi al rinvio della decisione. “Riteniamo - affermano - che la scelta adottata sia utile per affrontare positivamente il problema, che dovrà essere associato ad un significativo e non più rinviabile rinnovamento della stessa classe dirigente”. I Nuovi Socialisti ricordano il loro percorso per la preferenza unica e ritengono che il voto espresso abbia posto fine ad un malcostume politico. “Finalmente – scrivono – le forze politiche non saranno più ostaggio del perverso gioco delle preferenze estere e il livello della classe politica e dei componenti del Consiglio si eleverà con vantaggio per l’intera comunità”.
“Il Partito dei Socialisti e dei Democratici ribadisce le critiche sulla tempistica e sulle modalità con le quali si è affrontato un problema per il quale – afferma il capogruppo Claudio Felici – avevamo assicurato la disponibilità ad aprire un tavolo concreto inserendolo nel programma del governo che si sarebbe dovuto insediare. Il trasversalismo politico che l’aula ha dimostrato – afferma il capogruppo del PSD – non depone assolutamente a favore della trasparenza e della responsabilità politica. Ora si è creato un quadro nuovo e solo la responsabilità del PSD – conclude Felici – ha consentito, con la proposta di abrogazione dell’articolo 7, di riequilibrare la situazione consentendo a tutti i sammarinesi l’esercizio del voto”.
Un segno di responsabilità delle forze politiche è stato invece quello che ha consentito la ratifica, tra l’altro, dell’accordo in materia radiotelevisiva, avvenuta nonostante il delicato momento e superando le divisioni. Una decisione importante per la San Marino RTV e per la collettività sammarinese, che conferma il percorso di sviluppo dell’emittente e l’affermazione di una mission in campo internazionale. Un passaggio fondamentale per l’analoga ratifica da parte italiana, che ci si augura potrà intervenire entro l’anno.

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