Caso Cis: lo Stato si fa garante dei fondi pensione depositati negli istituti sammarinesi

Obiettivo: tutelare i fondi pensione. Lo chiede il Consiglio di Previdenza, lo ribadisce la politica. Nella bufera che ha investito banca Cis il fattore tempo diventa determinante. Il Congresso di Stato ha quindi emanato un Decreto Legge d'urgenza, già firmato dalla Reggenza per “salvaguardare e sostenere gli interessi dei risparmiatori, la stabilità del sistema e favorire operazioni con le medesime finalità”. Gli istituti di credito che negli ultimi dieci anni hanno acquisito o acquisiscono in blocco attivi e passivi o il pacchetto azionario di controllo di altre banche sottoposte ad amministrazione straordinaria o liquidazione coatta amministrativa, potranno accedere ai depositi dell'Eccellentissima Camera e a forme di finanziamento attivate da Banca Centrale. Lo Stato, con la fideiussione, garantisce il rimborso dei finanziamenti a termine concessi da Via del Voltone in favore di soggetti vigilati, anche in regime di amministrazione straordinaria o in liquidazione, qualora Banca Centrale attesti di non potere acquisire adeguate garanzie. All'articolo 4 si fa esplicito riferimento ai fondi previdenziali. I crediti vantati da Iss e Fondiss nei confronti di Banca Centrale o di istituti sammarinesi – si legge - sono coperti da garanzie dell'Eccellentissima Camera. Vengono escluse forme tecniche di impiego caratterizzate da clausole di subordinazione. Il decreto - che ha efficacia fino al 31 luglio 2020 - è già nelle mani del Consiglio di Previdenza. Il fine settimana servirà a studiarlo ma “nella parte relativa alla garanzia sui fondi pensione – già anticipa Giuliano Tamagnini – è insufficiente”. Parallelamente il Commissario Straordinario continua il suo lavoro in Banca Cis. Starebbe definendo parametri fondamentali come lo stato patrimoniale. Proseguono anche gli incontri di maggioranza, al tavolo per definire il percorso su Cassa di Risparmio.

MF

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