Caso Pierfelici: sfiducia e revoca. Renzi assicura: "Nessun rischio d'impasse per i procedimenti in corso"
Pesanti le contestazioni, a partire dall'aver violato in più occasioni nei mesi scorsi, durante le audizioni in Commissione Affari di Giustizia, il segreto istruttorio riferendo “fatti e presunti autori di condotte integranti reati relativi a procedimenti penali ancora in corso”. Nello specifico, l'ex numero uno del Tribunale – si legge nel documento reso pubblico in serata – ha riferito di aver ricevuto nel 2005 pressioni in prima persona da un giudice d'appello; di altre “pressioni” e ritorsioni esercitate da esponenti politici nei confronti di alcuni giudici, in particolare di un Giudice di Appello da parte di un Segretario di Stato; ha poi rivelato casi di abuso d'ufficio commessi da un altro Magistrato d'Appello senza però presentare denuncia. In questo così come in altri casi. Lo stesso collega è stato tra l'altro indicato come sodale di esponenti politici ora imputati e di altri associati coinvolti nel processo Conto Mazzini. Insomma una serie di omissioni – riporta l'odg - rispetto agli ampi riferimenti fatti, tenendo all'oscuro il Consiglio in forma plenaria (cioè alla presenza dei membri togati), e opponendo come motivazione il segreto d'ufficio benché lo stesso organismo sia proprio quello deputato all'esercizio delle funzioni di garanzia dell'Ordine giudiziario. In tal modo – rimarcano giudici e politici insieme – si è impedito ai magistrati di sapere tempestivamente delle “asserite gravissime minacce subite da alcuni giudici, e delle “condotte penalmente rilevanti attribuite” dall'ormai ex Dirigente “a due Giudici d'Appello”. In mezzo a tutto ciò, particolari pruriginosi nei richiami fatti dalla Pierfelici “senza giustificabile necessità – si legge - a fatti relativi alla vita privata dei colleghi”; nonché “le valutazioni nei confronti di un alto funzionario di uno Stato estero, accusato di appartenere ad “ambienti burocratici italiani” che vorrebbero “ridurre San Marino a protettorato”. Motivazioni circostanziate, dunque, alla base di una decisione – commenta il Segretario di Stato alla Giustizia, Nicola Renzi - “sofferta per quanto doverosa, e che parte da lontano”.
Altrettanto dure le conclusioni dell'ordine del giorno: il Consiglio Giudiziario Plenario ritiene che la Pierfelici abbia tenuto comportamenti non improntati ad equilibrio gettando discredito e sfiducia nei confronti della Magistratura; situazione che ha determinato uno stato di disfunzionalità, elevata conflittualità ed ha compromesso la serenità nell'ambito del Tribunale”. In queste ore c'è chi teme un corto circuito istituzionale e il blocco di indagini e procedimenti di grande importanza. Ma Renzi rassicura: "Nessun rischio".
Nel video il Segretario alla Giustizia Nicola Renzi
sp