Caso Titoli: sfida a distanza fra Dim e Governo. Sale piene e pubblico attento mentre la Csu chiede la tutela dei fondi pensione

Sfida a distanza fra Dim e Governo su titoli e patrimoniale. Stessa sera, stesso tema. Le sale sono piene, il pubblico attento. Rete e Mdsi mettono insieme i pezzi del puzzle che compongono una sola parola, "il fine ultimo di tutte le scelte: il debito". Tornano nomi noti della galassia Confuorti, figure che hanno ricoperto ruoli di primo piano nella vigilanza, che hanno pilotato decisioni a colpi di mail e sms. Decisioni che hanno impoverito il paese.

"Pagheranno i cittadini". Dim, convocazione di Morsiani alla mano, spiega che “emerge un disegno preciso per defenestrare la vecchia vigilanza e tutti coloro che in Banca Centrale svolgevano in maniera seria il loro ruolo di controllo”. Rimossi tutti come pedine.

Tra gli artefici anche Mirella Sommella, rimasta in BCSM fino a due mesi fa mentre qualcun altro è ancora al suo posto. Il passaggio dal commissariamento alla liquidazione amministrativa coatta di Asset “decisa a tavolino in fretta e furia per evitare ulteriori indagini del tribunale". Ci sono riferimenti a conversazioni "in cui i vertici di via del Voltone lavorano per salvarsi la pelle. Azioni con conseguenze dirette su Cassa, bilancio, singoli correntisti. E non è ancora finita”.

A Domagnano il Governo dice la sua. Presenti i membri del Ccr tranne Celli, assente per motivi personali. Chiariscono perché fu allontanato Savorelli. “Come emerge dall'ordinanza c'erano tensioni – spiega Zanotti - con gli allora vertici di Banca Centrale su alcuni interventi normativi”. Le prime divergenze riguardano Cassa, il suo sostegno alla liquidità.

“Le opposizioni – chiosa Zafferani – non dicono che il Governo non ha seguito diverse proposte, a partire dalla gestione dei Fondi pensione”. I 50 milioni di Fondiss – chiarisce poi Santi - non sono andati persi ma su volontà del comitato lasciati nelle disponibilità di Via del Voltone e investiti direttamente da Banca Centrale.

Il Governo ha fatto la sua parte. Dal 30 giugno torneranno a disposizione”. Si attende la fine dell'indagine: “solo lasciando la più ampia libertà al magistrato di agire senza pressioni – dice Renzi - si può arrivare all’accertamento della verità”. Riguardo agli ex vertici di Bcsm, “con queste persone insediate a cascata dal precedente Governo, abbiamo intrattenuto rapporti istituzionali” ma non vuole passi il messaggio che quanto fatto sia tutto da buttare. “Un’AQR sul sistema bancario e finanziario fu decisione più che giusta”. Su Confuorti, invece, “quando e come sia arrivato a san Marino, sono domande a cui oggi non ho ancora una risposta”.

Due serate, quindi, due letture opposte. E mentre Dim invita la maggioranza ad un confronto pubblico, la Csu interviene su Fondiss. Il Governo – dice - deve tutelare il risparmio previdenziale di migliaia di lavoratori senza alcuna incertezza. Sia fatta massima chiarezza a tutti i livelli riguardo ai possibili rischi cui sono sottoposti i fondi pensionistici”. Il sindacato è preoccupato, “vengono i brividi – scrive - nel leggere l’ordinanza del Tribunale: sembra la trama di un romanzo, ma quanto emerge potrebbe essere la realtà. Lascia esterrefatti – continua - la facilità con cui soggetti esterni alla Repubblica pare siano stati in grado di influenzare le Istituzioni e di perseguire i propri interessi. Tanti gli interrogativi della Csu sugli obiettivi di alcuni decreti emessi dal Governo. "Vi furono pressioni fortissime – si legge - per vincolare il deposito presso BCSM fino al 30 giugno 2018, anziché fino al 31 dicembre 2017, come richiesto unicamente dai rappresentanti di CSdL e CDLS. Di certo sono state fortissime le pressioni degli ex vertici di Banca Centrale verso il Governo che non è esente da responsabilità politiche rispetto a quanto succedeva in Banca Centrale, sia nei rapporti interni che nelle relazioni con soggetti esterni”.

MF

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