Catalogna: il parlamento vota sì all'indipendenza. Rajoy, "atto criminale"

Si sono alzati in piedi, e hanno cantato l'inno Els Segadors, i deputati del Parlamento catalano. Mentre all'esterno migliaia di persone esultavano, sventolando bandiere. Così è stata accolta l'approvazione dell'indipendenza, votata a scrutinio segreto. 70 i “si”, 10 i contrari; 2 le schede bianche. I partiti di opposizione unionista, dal canto loro, erano già usciti dall'Aula. “Costituiamo la Repubblica catalana come Stato indipendente e sovrano, di diritto democratico e sociale”: il testo della risoluzione presentata in mattinata dagli indipendentisti non lasciava spazio ad ambiguità. La linea rossa tracciata da Madrid, insomma, è ampiamente superata, e le reazioni potrebbero essere durissime. La Procura Generale spagnola chiederà probabilmente l'incriminazione per “ribellione” del presidente catalano Puidgemont, e dei consiglieri della Generalitat. Si prospettano pene fino a 30 anni di carcere. “Si è trattato di un atto criminale. Il Governo prenderà le misure necessarie per ripristinare la legalità”, ha dichiarato a caldo Rajoy, che ora ha mano libera, dopo l'approvazione – da parte del Senato – dell'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione, che “commissaria” la Regione ribelle. Il Premier aveva già annunciato – in mattinata – di voler destituire Puidgemont, e convocare le elezioni in Catalogna il prima possibile, in ogni caso entro 6 mesi. In corso un Consiglio dei Ministri straordinario. Ogni scenario - anche il più estremo – potrebbe concretizzarsi, a questo punto. Mentre l'Unione Europea sembra avere già fatto la propria scelta. “Per l'UE non cambia nulla – ha detto Donald Tusk -. La Spagna resta il nostro unico interlocutore”.

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