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CGG: Aula a confronto sulle Istanze d'Arengo

Respinta quella che chiedeva l'introduzione di un termine di tempo standard per la realizzazione di regolamenti accessori e complementari alle norme promulgate dallo Stato

13 mag 2025
CGG: Aula a confronto sulle Istanze d'Arengo

Tutta la singolarità e il fascino dell'ordinamento sammarinese, in questo istituto di democrazia diretta. Al vaglio del Consiglio in questo caso 6 Istanze d'Arengo; a partire da quella per consentire ai cittadini l'accesso alla tribunetta di Palazzo Pubblico con il proprio smartphone, con il fine di essere reperibili. Già ieri, in chiusura di seduta, il Segretario Belluzzi aveva espresso parere negativo; ricordando come la pubblicità delle sedute sia già garantita, e l'attuale regolamento preveda per il pubblico comportamenti consoni alla solennità dell'Aula.

Di altro avviso RETE, convinta sia opera di buon senso andare incontro alla modernità; l'uso del cellulare – è stato aggiunto – fu proibito nel 2011 perché vennero pubblicati online video di consiglieri che facevano i “pianisti”. Contraria all'iniziativa Motus; che ha sollevato ad esempio potenziali problemi di privacy; oltre ad insistere sul tema della dignità del ruolo istituzionale. Avanzate perplessità anche da Libera; potrebbe scivolarsi in una curiosità “quasi morbosa”. Contrario anche il PDCS, che ha invitato al rispetto delle regole; pur apprezzando la volontà di partecipazione.

Istanza animata da profondo senso civico, è stato detto dalle fila di RF; sottolineando come nella stessa richiesta si prevedesse il divieto di registrazioni audiovisive di qualsiasi tipo. Da qui un invito a riflettere su un assetto logistico del parlamento che consenta ai cittadini di non avere limiti di reperibilità. Anche dai banchi del PSD ragionamenti riguardanti l'adeguatezza dell'attuale sede istituzionale; si è peraltro sottolineato come in Italia non sia consentito assistere ai lavori parlamentari con dispositivi elettronici. Contraria anche l'Indipendente di Maggioranza Giovanna Cecchetti; siamo in un luogo istituzionale, dove servono regole anche per chi viene ad assistere. Evidenziato un rischio di strumentalizzazione. L'Istanza è stata posta in votazione e respinta: 2 i favorevoli, 27 i contrari.

Poi la proposta di modificare l'età massima ora prevista per partecipare a corsi, bandi o concorsi per entrare nella PA; e venga fissata a non più di 5 anni dall'età prevista per la pensione di vecchiaia. E ciò anche in ragione di una “vita lavorativa che va sempre più allungandosi”. Ma in genere – ha obiettato il Segretario Belluzzi, contrario all'Istanza - non viene fissata un'età massima per l'accesso alla pubblica amministrazione, ma minima. Ad eccezione di due specifici ambiti: Forze dell'Ordine e carriera diplomatica; per entrambi è fissata un'età massima di ingresso di 35 anni. Nessun intervento. Istanza respinta a maggioranza.

Quindi la richiesta di introdurre un termine di tempo standard per la realizzazione di regolamenti accessori e complementari alle norme promulgate dallo Stato. Denunciate infatti dai proponenti una serie di inadempienze che renderebbero inapplicabili varie norme. Da qui la necessità di tempistiche certe. Attualmente a San Marino non esistono termini vincolanti per le normative secondarie, ha riconosciuto il Segretario Belluzzi. Anche perché un termine fisso potrebbe non tenere conto della complessità o della eterogeneità delle materie in oggetto. A tutela dei cittadini il principio di efficienza è comunque stabilito nella Dichiarazione dei Diritti, ha sottolineato. Eventuali automatismi – ha aggiunto – potrebbero comunque essere presi in considerazione magari nell'ambito di una riforma del diritto amministrativo.

Proposto comunque il non accoglimento dell'Istanza. Richiesta centrata, secondo RF; forse troppo dettagliata, ma un obbligo di questo genere deve essere introdotto. Se una legge non si vuole applicare deve essere abrogata. Si è parlato anche di un tentativo in ufficio presidenza di togliere all'Aula il potere di ratifica dei decreti, non mettendo in elenco un decreto che sarebbe scaduto il 20 maggio. Sulla stessa linea RETE; troppo spesso emaniamo delle leggi – è stato detto –, poi magari vi sono nodi politici non sciolti, il regolamento non arriva e la legge non viene applicata; è materia da riforme istituzionali. La prassi di non mettere in atto la normativa secondaria è stata spesso utilizzata come dispetto politico, è stato detto dalle fila di DML; citando ad esempio la legge sugli asset virtuali o la legge benefit. Il regolamento – è stato rimarcato – dovrebbe essere presentato contestualmente alla legge.

Istanza che centra un punto nevralgico, ha rimarcato il Segretario Rossano Fabbri; un termine massimo per la normativa secondaria può essere previsto; così come la possibilità di proroghe. Crediamo come Governo sia giusto fare in modo che l'Istanza finisca sul tavolo competente: quello delle riforme istituzionali. Condivisibili le preoccupazioni degli istanti, si è sottolineato dai banchi del PDCS; è materia di riforme istituzionali. In Aula dovrebbero arrivare leggi definite, con tutti i criteri di applicabilità. L'Istanza, in questo caso, “non è lo strumento adatto”.

Si è osservato ad esempio come su alcune tematiche vi siano da fare approfondimenti tecnici senza sovraccaricare l'Aula. Effettivamente vi sono spesso numerosi esempio di quanto non sia buona la nostra prassi normativa, è stato detto dai banchi di AR. Istanza ritenuta però non recepibile così come formulata; viste anche le proposte considerate non corrette, ad esempio in campo sanzionatorio. Rilevato al contempo un problema di ampio respiro, sulle responsabilità della politica nella produzione normativa. Proposta fra le altre cose la prassi di testi unici quando si va a riformare una materia. Alcuni esponenti di Maggioranza, nel corso del dibattito, hanno annunciato l'astensione. L'Istanza è stata infine respinta con 13 favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti.

Si è poi data lettura all'Istanza d'Arengo nella quale si chiede la predisposizione di adeguate misure normative affinché il lavoratore sia informato del mancato versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro, qualora nel corso di un anno si raggiunga la soglia di 3 versamenti contributivi non effettuati. Il Segretario Bevitori ha spiegato come il tema sia già oggetto di attenzione e sia stato istituito con una legge del 2021 un fondo rischi a tutela del dipendente in questi casi. Rafforzato inoltre in maniera significativa, quest'anno, il regime sanzionatorio nei confronti dei datori di lavoro inadempienti. Il Segretario di Stato ha peraltro ricordato come il lavoratore abbia già la possibilità di verificare in maniera diretta la situazione. Oggetto dell'Istanza già recepito, dunque, ad avviso di Bevitori. “Il fenomeno è controllato”, ha detto.

Sul tema oggetto dell'Istanza non sono state trovate soluzioni, è stato osservato da RF: in Commissione ci è stato detto che non c'è l'applicativo che faccia arrivare un alert dopo 3 mesi di mancati versamenti. È un diritto del dipendente sapere se il datore di lavoro è in regola con i contributi. RETE ha definito assurdo il riferimento del Segretario al Lavoro, ritenendo pienamente recepibile l'Istanza. Sarebbe nell'interesse dei lavoratori, dello Stato, ed un presidio utile per ridurre i debiti contributivi delle aziende. Ha poi preso la parola il Segretario Fabbri, ricordando come gli interessati possano ottenere un quadro dettagliato del quadro contributivo. La PA è obbligata a dare questo tipo di informazione. Fatti grossi passi in avanti, è stato sottolineato dalle fila di Libera. Se il lavoratore oggi intende fare una verifica presso l'Ufficio contributi può farlo – ha ricordato Guerrino Zanotti -, anche delegando i propri rappresentanti sindacali. Ma inviare mensilmente un'informativa a tutti i lavoratori comporterebbe un'attività imponente dell'ufficio; oltre a poter ingenerare preoccupazioni legittime ma da cui potrebbero derivare situazioni di difficoltà per le aziende. Si potrebbe pensare – tramite un intervento sulla piattaforma informatica della PA - di introdurre una sorta di alert anche sulla spesa contributiva riguardante il primo pilastro. Annunciata la presentazione di un ordine del giorno ad hoc. Per DML il problema risiede nel riversare sul dipendente “l'onere della verifica”; con il rischio di creare “voragini”. “Il tema è cosa si vuol fare del sistema dei controlli”: noi i controlli li vogliamo. Condivisibile, per AR, la necessità per i lavoratori di avere contezza dei versamenti fatti dai datori di lavoro sui loro contributi; biasimate però quelle che sono state definite “strumentalizzazioni”. Nella Legge Sviluppo è stata data una risposta importante, è stato aggiunto dai banchi del PSD. Apprezzamento per l'iniziativa di Libera di un odg affinché ci si attivi per fare in modo che sulla piattaforma informatica si introduca un alert. Iro Belluzzi, Libera, ha però precisato di non condividere l'idea che il lavoratore attenda in maniera passiva l'alert dell'amministrazione; pur dichiarando di apprezzare l'iniziativa del collega Zanotti. Il versamento dei contributi deve essere immediato. Sollecitata allora un'implementazione dei controlli da parte della pubblica amministrazione; agendo nel caso nei confronti delle aziende inadempienti. Sensibilità diverse, dunque, in Maggioranza. Quanto detto dal Segretario Bevitori va sulla scia dell'Istanza, è stato rimarcato dai banchi della DC; dal punto di vista normativo non è necessario alcun intervento. Possibile invece agire sul piano operativo, come suggerito da Zanotti. Sara Conti, RF, ha paventato l'ipotesi che si intenda preservare l'attuale situazione per mantenere un margine di discrezionalità politica. Ha poi preso la parola il Segretario di Stato Canti; sottolineando come all'origine dell'Istanza a suo avviso vi fosse un'interpellanza di RETE per conoscere quante aziende non pagano i versamenti contributivi; da qui una certa preoccupazione fra la popolazione. Credo che il sistema di alert – ha poi aggiunto - vada ragionato a “tutto tondo”. Nel momento in cui vi è una azienda in difficoltà temporanea è normale che rinunci al versamento dei fondi pensionistici per pagare gli stipendi, salvo poi rimettersi in pari nell'arco dell'anno. E ciò a differenza di aziende che sono anni che non pagano e poi vanno in fallimento. Ma la pensione per i lavoratori è garantita dal fondo di riserva. Lavori poi sospesi per l'elaborazione dell'ordine del giorno anticipato da Libera. Raggiunto un accordo in Maggioranza. Zanotti ha quindi dato lettura al testo dell'odg, nel quale si impegna il Segretario di Stato competente affinché dia disposizioni all'ISS di predisporre possibili interventi sulla piattaforma informatica per fare in modo che i singoli lavoratori possano rilevare nei tempi necessari per la registrazione con l'accesso se vi siano situazioni di 3 mancati versamenti contributivi nel corso di un anno sulla propria posizione previdenziale di primo pilastro. Poi la votazione dell'Istanza d'Arengo: 32 contrari, 14 favorevoli; respinta. A seguire le dichiarazioni di voto sull'odg. Nessuna contrarietà da parte del Governo, pur ritenendo non corretto un capoverso del testo. Contrarie le forze di Opposizione. 29, infine, i voti favorevoli; 11 i contrari. OdG approvato. Prima della chiusura della seduta si è data lettura alla penultima Istanza calendarizzata, a tema ambientale. Il Comma sarà completato nel corso della Sessione.





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