CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

CGG: lavori ripresi con l'esame di una serie di Istanze d'Arengo

CGG: lavori ripresi con l'esame di una serie di Istanze d'Arengo.

Come previsto i lavori della sessione consiliare di metà marzo sono ripresi con il comma sulle Istanze d'Arengo. La prima, all'esame dell'Aula, è stata quella che mira a tutelare la quiete pubblica nei centri storici e nei centri abitati della Repubblica. A presentarla l'associazione “Contiamoci”, che nel testo aveva precisato come la finalità non fosse censoria, ma regolativa: per trovare un equilibrio fra le necessità di chi ha attività di intrattenimento e chi vive e lavora nelle zone interessate. Il Segretario di Stato Pedini Amati, pur dichiarandosi favorevole all'accoglimento, ha invitato a non strumentalizzare i contenuti della proposta; ricordando come la sua Segreteria, e quella agli Interni, verifichino in continuazione il rispetto delle regole, e come su questa tematica sia da tempo in corso una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli esercenti. Ribadita anche l'importanza degli eventi: in un periodo segnato dalla crisi pandemica e, attualmente, dal conflitto in Ucraina. Il successivo dibattito ha dato modo anche di riflettere su criticità e prospettive del Centro Storico. Ad avviso di Pasquale Valentini, PDCS, non necessariamente un orientamento in funzione esclusivamente turistica rende questa area più attrattiva. Le realtà di San Marino non possono essere quelle della Riviera. Credo che chi viene in Repubblica – ha aggiunto - non cerchi la confusione, ma la storia, la cultura. Paola Barbara Gozi ha invitato a considerare quest'area un salotto urbano, dove tutte le varie esigenze possano coniugarsi. Bisognerebbe favorire un ripopolamento del Centro Storico, ha osservato Nicola Renzi, RF. Il compromesso richiesto dai cittadini istanti si può trovare. Paolo Rondelli, RETE, si è detto d'accordo sulla necessità di armonizzare le iniziative e gli eventi in Centro Storico con una “sana residenza”. Alcune considerazioni anche da Denise Bronzetti, Gruppo Misto. Istanza d'Arengo equilibrata, ha riconosciuto; sicuramente San Marino non è la Riviera Romagnola, ma credo non debbano essere demonizzati gli eventi, neppure quelli più chiassosi. Quanto visto nell'ultimo anno credo abbia avuto un ottimo ritorno; con la pandemia c'è molta voglia di stare all'aperto. Necessaria al contempo attenzione alla quiete dei cittadini e alla loro sicurezza; da qui la necessità di infrastrutture adeguate, non solo nel Centro Storico. Carlotta Andruccioli, DML, ha osservato come siano temi che accendono gli animi sui social; in realtà basterebbe il buon senso e trovare un giusto compromesso. Ben vengano gli eventi, specie dopo due anni di pandemia; ma vi sono anche le necessità di chi vive in quelle zone. Credo sia fondamentale – ha sottolineato - decidere quale turismo vogliamo. L'Istanza è stata infine approvata all'unanimità.
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Quella successiva punta al riconoscimento di un bonus di anni figurativi di lavoro (uno per ogni figlio) legato alla maternità; e questo ai fini del raggiungimento della pensione di anzianità. A dare lettura del riferimento del Segretario Ciavatta il collega Lonfernini. Condivise le finalità degli estensori dell'Istanza. Ma vengono segnalati dubbi interpretativi, e la proposta non contempla limiti al beneficio. La Segretaria Sanità ricorda poi come siano in corso vari confronti con le parti per agevolare le lavoratrici madri; l'indicazione dunque è di non accogliere l'Istanza. Gian Nicola Berti, NPR, ha rimarcato tuttavia come siano necessari impieghi economici a sostegno della maternità; e questo per fronteggiare il problema della denatalità. Da qui una proposta: l'istituzione di una sorta di retribuzione per le madri che si rendono disponibili a fare la “professione” di madre. Una sorta di reddito di maternità, insomma. E questo per contrastare il progressivo invecchiamento della società, con tutte le conseguenze del caso. Maria Cristina Albertini, PDCS, valuta positivamente l'Istanza; potrebbe costituire una buona agevolazione per la donna, e un incentivo alle politiche familiari. Necessario comunque approfondire l'impatto economico sul sistema previdenziale, con oneri difficili da quantificare. Da qui l'auspicio che prosegua il confronto fra Segreteria e parti sociali. Andrea Zafferani, RF, ha approfondito la proposta di Gian Nicola Berti, parlando di un problema concettuale: il basarsi su un sistema di welfare familiare, tipico – ha osservato – dei Paesi del Mediterraneo, dove i tassi di natalità sono bassi. Ritiene comunque essenziale una riflessione aperta su queste tematiche. Anche Nicola Renzi ha denunciato una sorta di immobilismo del Segretario competente. Ha poi commentato la proposta di Berti: “la mentalità di pagare le donne per fare figli deve essere rifuggita totalmente”. Ha guardato piuttosto al modello francese, sottolineando l'importanza dei servizi sulla prima infanzia, che garantiscono alla madri di mantenere l'attività lavorativa. Michela Pelliccioni, DML, ha osservato come si stia andando verso un sistema previdenziale che sposta sempre più avanti l'età pensionistica. In un Paese che non fa più figli il sistema rischia di andare al collasso. Da qui un apprezzamento per lo spirito dell'Istanza. Occorrono politiche sulla famiglia; importante intervenire con dei contributi, così come agevolare la possibilità per le donne di lavorare. Guardate anche con attenzione tutte quelle modalità di lavoro nuove – come lo smart working – che possano permettere di conciliare maternità e lavoro. Iro Belluzzi, indipendente di Libera, ha osservato come all'interno dell'Aula vi siano visioni diverse sulla figura della donna. A suo avviso un reddito di maternità andrebbe ad inficiare il possibile apporto delle donne alla società. Sottolineata invece l'importanza del welfare, e di affrontare queste tematiche con “politiche composite”. L'Istanza è stata respinta.

Accolta, invece, quella successiva: “Per l'abolizione della lettera "c) essere cittadino italiano", di cui all’articolo 6-ter, del Decreto Delegato 27 aprile 2011 n.66 - Statuto dell'Ordine degli Ingegneri e Architetti della Repubblica di San Marino”. Si è poi passati all'Istanza che richiede l'attuazione della normativa che disciplina la classificazione sismica degli edifici. Approvata all'unanimità. Infine l'ultima Istanza d'Arengo, affinché l'approvazione di norme in contrasto con precedenti esiti referendari avvenga tramite referendum. E questo per tutelare la volontà popolare. La realtà è molto più complessa, ha osservato il Segretario Tonnini; vi sono occasioni – ha spiegato - in cui l'esito del referendum ha visto effetti esterni non preventivati. Ricordato allora il primo referendum, del 1982: quello sulla cittadinanza alle donne. In quel caso vinse il “no”. Ma una successiva normativa approvata in Italia rese impossibile l'applicazione di quell'esito. D'accordo, sulla necessità di respingere l'istanza, Manuel Ciavatta, PDCS. Secondo Paolo Rondelli, RETE, l'accettazione della proposta limiterebbe la capacità democratica del Paese di seguire l'evoluzione della società. Occorre chiedersi le cause della presentazione di questa Istanza d'Arengo, ha fatto notare Nicola Renzi, RF; pur ritenendo non accettabile la proposta. Riflessioni poi su democrazia rappresentativa - “che deve fare uno sforzo di credibilità” - e democrazia diretta. Citato il caso del referendum sulla libera professione medica, cui RF si oppose. E poi quello sul “tetto degli stipendi”, accusando l'attuale Governo di poca coerenza. Istanza d'Arengo che stimola il dibattito, ha riconosciuto Gaetano Troina DML. Legittimo, per un Parlamento, modificare una norma alla luce di un contesto diverso; ma la Politica dovrebbe fare uno sforzo maggiore nello spiegare alla cittadinanza scelte che contrastino con precedenti esiti referendari. Fra le proposte di Iro Belluzzi quello di portare a 5 anni il limite temporale dopo il quale sia possibile intervenire; oppure prevedere che sia una legge qualificata a poter modificare un precedente esito referendario. E' evidente - ha osservato Alberto Giordano Spagni Reffi, RETE - che nel momento in cui la cittadinanza si esprime su un quesito referendario gli organi preposti devono comportarsi in maniera conseguente; altro discorso – ha sottolineato – è una modifica successiva, perché una legge non può essere cristallizzata nel tempo. Istanza respinta.

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